Sandra Riccio per "la Stampa"
La Gig-Economy cresce e diventa più matura anche in Italia. I così detti «lavoretti temporanei», nati nell' era del digitale, hanno raggiungendo un peso sempre più rilevante e adesso impiegano un milione di lavoratori.
Il dato arriva dall' Inps. Il numero di occupati è salito a ritmi da boom negli ultimi tempi anche grazie al lockdown che ha spinto servizi come la consegna di pranzi e cene a casa. In ogni caso, l'attività dei Gig Workers, nati in California (dove oggi però sono considerati dipendenti a tutti gli effetti) ha un trend occupazionale crescente che però è poco tracciabile (l' Inapp nel 2019 contava 213mila Gig Workers, il 42% senza contratto).
Adesso questa platea di nuovi lavoratori è finita sotto il faro dell'Inps che si è accorta del valore in termini di contributi previdenziali che questo settore può offrire.
Ieri l'Istituto di previdenza ha fatto sapere che è pronto a lanciare la «piattaforma delle piattaforme», in collaborazione con l' Inail. Uno strumento ambizioso che ha l'obiettivo di inserire i lavoratori della Gig-Economy, come per esempio i rider, ma anche altri soggetti accomunati dal fatto di essere attivi tramite piattaforme web.
L' annuncio è arrivato direttamente dal presidente dell'Inps Pasquale Tridico. Lo strumento è stato pensato per dare «maggiori tutele» e ha come obiettivo «la riduzione dell'economia sommersa».
Non solo. In prospettiva potrebbe diventare «un vero e proprio "market place" che permetta di valutare l'assunzione» da parte delle aziende, usufruendo di sgravi fiscali e contributivi.
Tridico ieri, nel corso di un'audizione nella Commissione Lavoro della Camera, ha raccontato come, a seguito di un'ispezione e di una più intensa operazione di controllo, condotta in coordinamento con la procura della repubblica di Milano, siano state ricostruite le denunce mensili di quattro note società di «food delivery» attive nel nostro Paese. Questo lavoro ha portato al riconoscimento delle tutele del lavoro subordinato per circa 55.000 soggetti prima sconosciuti, per un importo di addebito complessivo pari a 155 milioni di euro.
I numeri di coloro che operano nella Gig-Economy sono, oramai, significativi: «Conseguentemente alle ispezioni dell'Istituto per la previdenza sociale - ha detto Tridico - è venuta a galla una realtà di circa 65.000 rider, in un panorama complessivo di quasi un milione di lavoratori» tramite «app». Non solo ciclo-fattorini, dunque, bensì un esercito di soggetti la cui «tracciabilità» è «difficile», ha precisato, come testimoniano «diversi infortuni occorsi nei mesi scorsi».
La piattaforma immaginata dall' Inps, ha scandito il presidente dell'Istituto, «garantirà la trasparenza, la disponibilità e la veridicità dei dati afferenti alle prestazioni lavorative, riducendo la concorrenza sleale. E - ha chiuso - fornendo supporto alle aziende virtuose».