Estratto del libro di Fran Lebowitz "La vita è qualcosa da fare quando non si riesce a dormire" (Bompiani Ed.)
Milano è una cittadina piuttosto affascinante. Un bel duomo, L'ultima cena, una prestigiosa stazione ferroviaria voluta da Mussolini, la Scala e un sacco di altre splendide cose da vedere. Ci sono due categorie di persone, qui. Quelli che lavorano per i vari Vogue e gli altri. Quelli che lavorano per i vari Vogue sono molto socievoli e amano uscire. Quelli che non lavorano per i vari Vogue potrebbero anche essere altrettanto socievoli, ma con tutta probabilità non parlano un granché di inglese.
Le persone che incontro sono quasi tutte comuniste, in particolare i ricchi. Milano è un posto parecchio politicizzato: la città è piena di graffiti che inneggiano al comunismo e di militari. Vestono tutti molto bene. In Italia c'è una grave carenza di spiccioli. Quando fai un acquisto e il negoziante dovrebbe darti qualche monetina di resto, al loro posto ti dà delle caramelle o dei francobolli. Dovesse capitare anche a voi, non sottovalutate per nessun motivo l' importanza dei francobolli.
Pare infatti che in Italia non esistano uffici postali, quindi se avete bisogno di francobolli questa è la vostra occasione migliore. A Milano lavorano tutti, e se piove danno la colpa a Roma.
A Roma non lavora nessuno, e se piove - sempre che se ne accorgano - danno la colpa a Milano. La gente passa la maggior parte del tempo a pranzare. Sono piuttosto bravi: Roma è senza ombra di dubbio la capitale mondiale del pranzo.
Dal punto di vista architettonico la città è ricchissima e ci sono parecchie opere d'arte. I romani sono molto gentili e sempre interessati alle opinioni altrui. Uscendo dai Musei Vaticani, si può notare alla propria destra una cassetta delle lettere per i suggerimenti.
Io ho proposto di montare dei pannelli fonoassorbenti sul soffitto della Cappella Sistina, per tentare di smorzare il frastuono che fanno i turisti tedeschi. Potrebbero anche riprodurre i dipinti di Michelangelo in vernice acrilica, così da preservarne la forma e aggiungere un tocco funzionale.
Sono rimasta a Roma circa due settimane, e nel frattempo ci sono stati cinque grandi scioperi. Non so cosa chiedessero i manifestanti, né se lo abbiano ottenuto, ma con tutta probabilità non era quello l'importante. Scioperare, a Roma, è una questione di stile più che di dinamiche economiche. È una città folle, sotto tutti i punti di vista. Basta passarci un'ora o due per rendersi conto che Fellini gira documentari.