Letizia Tortello per “La Stampa”
NO VAX TEDESCHI CON LA STELLA DI DAVID
Sciopero del vaccino» contro «la dittatura». «Il regime sta stringendo le maglie e la gente in strada ribolle». «Siamo tanti contro il despota e il suo esercito». Sono le 18,04 e il cellulare trilla con un nuovo messaggio su Telegram. È il gruppo dei Freie Sachsen, i Liberi sassoni, che ha postato un appello in tedesco, l’ennesimo della giornata, che suona come una chiamata alle armi per combattere «questa guerra contro la libertà».
Nell’arco di una sola ora, l’invito a ribellarsi che stavolta è sotto forma di breve video di pochi secondi, con musica thriller, scrittura gotica e pugni chiusi, guadagna 25 mila visualizzazioni. Si mescolano concetti democratici e libertari, strumentalizzati per mezzo di slogan populisti, con palesi deliri. Tutto con la stessa finalità: incitare alla rivoluzione, a una pseudo resistenza verso un «nemico» non ben precisato. Una volta è lo Stato, l’altra il vaccino, l’altra ancora addirittura la scienza, che mentirebbe e vorrebbe uccidere la «sovranità individuale».
Polizia e ricercatori sull’estremismo tedesco hanno già ribattezzato il social di messaggistica libera «Terrorgram», e il nuovo governo federale a Berlino non sa più come muoversi per limitare un fenomeno, quello delle chat che diffondono odio, che dilaga a macchia d’olio. Non si tratta di qualche gruppo sparuto. Su Telegram ci sono chiamate alla violenza contro politici e scienziati che si moltiplicano, per uno che chiude ne aprono altri dieci.
Solo in Sassonia, la regione in cui alle ultime elezioni di settembre l’ultradestra di AfD ha ottenuto più voti diventando il primo partito, si contano 100 canali e 80 gruppi Telegram di No Vax, molti dai toni terroristici. Trovare indirizzi privati dei politici o istruzioni per fabbricare armi in casa non è un problema sulla piattaforma che sta diventando una specie di darknet sempre in tasca, disponibile sul telefonino. Perché a differenza di Facebook e Twitter o Instagram, Telegram elimina solo in casi eccezionali i contenuti pericolosi che vengono postati. Anzi, quasi mai.
Il fenomeno inedito, in epoca di No-Vax, No-Covid e negazionismo diffuso che è esploso con l’evolvere della pandemia, è che si sono sommate le forze di compagini trasversali tra loro, che fino a pochi anni fa non si sarebbero mai guardate in faccia. Le reti social di questa sottocultura radicale in Germania, ma non solo, uniscono antivaccinisti e pacifisti, estremisti di destra e Reichsbürger – cittadini antisistema che rifiutano il potere dello Stato e abitano in comunità autonome, sorta di «regni» autoproclamati -, e soprattutto molti che credono di vivere sotto una dittatura.
Il grido è «siamo tanti, niente può fermarci». Ogni giorno in qualche città del Paese si radunano manifestazioni non autorizzate, ieri a Monaco, con migliaia di aderenti. Sempre ieri, la polizia della Sassonia ha chiuso il gruppo Telegram «Dresden Offline Networking» e arrestato quattro cittadini a Dresda, che detenevano armi ed esplosivo, dopo le minacce di morte ricevute dal governatore del Land, Michael Kretschmer.
L’organizzazione dei «Liberi sassoni» è solo la punta dell’iceberg. È un micro-partito regionale classificato come radicale di estrema destra dai servizi di intelligence federali, che rilevano come diversi sostenitori siano saldamente legati a organizzazioni neonaziste. Scrive Deutsche Welle, quest’escalation dei toni ricorda gli inizi del terrore nazista nelle strade degli Anni 30. La violenza predicata si scatena in strada, di volta in volta, contro giornalisti e polizia.
A settembre, un ventenne è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa in Renania Palatinato, per aver fatto notare al cliente della stazione di benzina in cui lavorava che era obbligatorio indossare la mascherina. «Lavoreremo perché gli autori dell’odio su internet siano identificati e puniti», ha detto il cancelliere Olaf Scholz nel primo discorso al Bundestag mercoledì. E la ministra dell’Interno Nancy Faeser ha messo come primo punto «la lotta contro l’estremismo, Telegram viola la legge tedesca», afferma, «e questo governo non lo permetterà».
michael kretschmer presidente dello stato libero della sassonia foto di bacco
Eppure, la battaglia della Germania contro la app è stata finora un buco nell’acqua. Intanto perché Telegram non si definisce un social network, ma un servizio di messaggistica one-to-one, e dunque elude il Netzwerkdurchsetzungsgesetz, la norma per combattere fake news e discorsi d’odio. Invece, raduna anche 200mila utenti in ogni gruppo, altro che chat privata. L’esecutivo sta pensando addirittura di oscurare la app, chiedendo ad Apple e Google di non fornirla più tra quelle scaricabili. Ma sembra una pista difficile da praticare, e comunque chi già ce l’ha potrebbe continuare ad usarla.
Si tenta dunque la via diplomatica, anche questa senza esiti finora. Già ad aprile, il BfJ (Bundesamt für Justiz), l’ufficio di Bonn del ministero della Giustizia, ha inviato alla sede legale di Telegram a Dubai due lettere, minacciando multe fino a 55 milioni se non fossero state moderate le chat. Nessuno ha mai risposto. L’ultima chance è stata l’ambasciata tedesca negli emirati, che ha interpellato il ministero degli Esteri di Dubai, ma anche qui nessun risultato.
Polizia durante il raid a Dresda 4
E se a Berlino l’allerta è massima a tutti i livelli, negli altri Stati europei il proliferare del pericolo social dei gruppi No Vax è una realtà con cui fare i conti sempre più dal 27 dicembre scorso, il Vaccine Day, giorno in cui sono arrivate le prime dosi Pfizer e la Ue ha festeggiato l’avvento della tanto attesa prevenzione contro il Covid. Sembrava una liberazione e basta. Invece la macchina del complotto sta scavando solchi profondi nella società, ancora non sappiamo quanto irreversibili