Adelaide Pierucci per "il Messaggero"
Si è infilato direttamente nel letto di una ragazza figlia di conoscenti e poi l'ha violentata. La vittima è dovuta ricorrere prima alla pillola del giorno dopo e poi all'interruzione di gravidanza. La ventenne ecuadoriana ha subito l'abuso mentre, una notte di marzo, dormiva in un appartamento di amici a Primavalle. Il feto è stato sequestrato e l'uomo, un connazionale di 51 anni, arrestato dalla polizia, su mandato di cattura emesso a fine luglio, quattro mesi dopo la violenza.
L'aggressione è avvenuta la sera del 19 marzo. La giovane lavora come baby sitter. L'ex titolare organizza per lei una festa visto che l'aveva aiutata con la bambina per un mese. «Te lo meriti», le dice. Durante la serata però si beve troppo. La ragazza chiede ai genitori di restare a dormire nella casa assieme a un'amica, che come lei aveva ecceduto con gli alcolici. Entrambe si infilano sotto le coperte di un letto matrimoniale vestite.
L'AGGRESSIONE Lo stupratore, anche lui invitato alla festicciola, le raggiungerà in camera a notte fonda. La ventenne si sente carezzare sul viso. Ma respinge ogni avance e si riaddormenta. Poco dopo si risveglia seminuda, è impietrita, terrorizzata, prova ad allungare la mano per svegliare l'amica, per chiedere aiuto, ma non ci riesce. La mattina dopo non riesce a smettere di piangere.
È consapevole di aver subito una violenza, ma è anche terrorizzata da un possibile concepimento assolutamente non voluto. Un mese dopo un test di gravidanza rivela che è incinta. Con l'aiuto della stessa amica e di un consultorio assume la pillola del giorno dopo. Passano le settimane e la giovane, dopo aver assunto il farmaco anticoncezionale, pensa di aver archiviato almeno la gravidanza.
Ed invece, una settimana dopo, durante un ricovero in ospedale per una crisi respiratoria scopre di essere ancora incinta e precisamente di 12 settimane e 6 giorni. Solo a quel punto, disperata, si sfoga con la madre. Denuncia e procede all'aborto. Il feto verrà sequestrato in sala operatoria, su disposizione del pm Antonio Calaresu, titolare dell'indagine. Su richiesta del magistrato l'ecuadoriano verrà arrestato per violenza sessuale.
Il giudice che firma la misura cautelare dispone gli arresti domiciliari. Ma l'arrestato sostiene di essere innocente. «La ragazza era ubriaca, aveva preso anche una pasticca, forse droga, ma era consapevole», aveva precisato. Il tribunale del Riesame ne ha respinto la scarcerazione. Ad inchiodarlo un sms dell'amica della vittima: «Mi rode perché se fossi stata bene lo prendevo a pizze». Invece non si era svegliata.