Elvira Serra per il Corriere della Sera
Torino, martedì sera. Al Wallpaper si serve un Hugo, variazione di Spritz al St-Germain con fiori di Sambuco. Milano, giovedì sera. Al ristorante Cost si serve un Apple Fizz, variazione di Spritz con il liquore alla mela. In entrambi i casi non c' è traccia del colore arancio che ha reso famoso il drink nella versione all' Aperol o al Select in cent' anni di onorata carriera (anche se la bevanda è nata molto prima, quando i soldati austriaci, di stanza nella Repubblica Serenissima, iniziarono ad allungare il vino con seltz o acqua frizzante per diminuirne la gradazione alcolica perché loro erano abituati alla leggera birra).
Oggi, delle cinquanta sfumature di Spritz fanno parte anche le bottigliette monodose. L' azienda veneta Bottega Spa, con i suoi liquori e prosecchi organizza corsi per insegnare ai venditori a preparare l' aperitivo col limoncino, e con i liquori alla mela, alla pera (con basilico), alla pesca o al melone.
«Il mio preferito è quello fatto con il nostro liquore di pesca, prosecco e zenzero pestato, con l' aggiunta di una tonica dal gusto molto naturale», racconta Stefano Bottega, terza generazione alla guida dell' azienda di cui è amministratore e direttore commerciale.
Ottanta per cento di produzione all' estero, tra Germania, Usa e Giappone, alla storica distilleria di Godega di Sant' Urbano negli ultimi vent' anni si sono unite una cantina di Prosecco, una di Amarone nella Valpolicella e una di Brunello a Montalcino. Le declinazioni nostrane, però, non sono ancora finite. Nei menu dei locali si scoprono variazioni al Passoa, al Midori, al Cynar.
Questo significa che lo Spritz è il drink più «taroccato» o quello più aggiornato del mondo? «Il barman italiano è un creativo individualista, dopo un po' si annoia e vuole inventare varianti dei cocktail che lo rendano indimenticabile», spiega Fulvio Piccinino, di saperebere.com. Però non ha dubbi: «All' estero il più bevuto è quello all' Aperol».