Fabio Di Todaro per “la Stampa”
Non solo polveri sottili e (troppa) tecnologia. A inquinare la nostra vita è anche l' eccessivo rumore, se un terzo della popolazione mondiale risulta esposta a un frastuono oltre i limiti, con una serie di pericoli e danni a catena: non solo per l' udito, dal momento che si aggiungono lo stress per l' apparato cardiovascolare, i disturbi dell' umore, il mal di testa e la mancanza di concentrazione. Tutte conseguenze di questo eccesso di decibel che scandiscono le nostre giornate.
E se per gli adulti i pericoli sono evidenti, la situazione peggiore per i più piccoli. «Un sonno disturbato da troppo rumore condiziona, per esempio, alcuni processi-chiave per lo sviluppo del bambino: come la sintesi proteica, l' espressione genica e la produzione dell' ormone della crescita», mette in guardia Alice Mado Proverbio, neurobiologa e docente di neuroscienze cognitive all' Università Bicocca di Milano. «Perfino un rumore naturale come la pioggia, se prolungato nel tempo, sovraccarica il cervello».
L' allerta arriva da un' indagine di Gfk Eurisko (per conto di Amplifon) su 8800 persone, un campione rappresentativo di 11 Paesi. Ovunque si registra un eccesso di stimoli sonori e stanno avendo la meglio su di noi: un italiano su 10 risulta esposto, ogni giorno, a un rumore eccessivo e peggio, nel mondo, si vive solo in due città degli Usa: New York e Los Angeles. Alle loro spalle si affaccia, a sorpresa, Napoli.
«In queste realtà i rumori sono considerati parte della cultura locale», afferma Giampaolo Nuvolati, docente di sociologia dell' ambiente e del territorio all' Università Bicocca, ma al di là del folklore i pericoli sono sempre più evidenti. Di poco più confortanti il quadro emerso a Roma, Milano e Torino.
Quattro le fonti principali del frastuono: le strade, le conversazioni, la musica e i mezzi pubblici. Anche avere bambini e vicini di casa troppo vivaci contribuisce al baccano: più delle tv accese ad alto volume e del trillare degli smartphone.
A peggiorare la situazione è la scarsa conoscenza delle conseguenze che il troppo rumore ha sull' organismo.
«E' necessario fare prevenzione, sia a livello istituzionale sia dei singoli individui», avvertono gli esperti. Di «socioacusia», infatti, si parla per indicare «il deficit uditivo che si manifesta come conseguenza del vivere in ambienti con un alto tasso di inquinamento acustico», spiega Roberto Albera, ordinario di otorinolaringoiatria all' Università di Torino. «Un fenomeno anticipato già da alcuni studi che mezzo secolo fa avevano messo in luce come la soglia audiometrica, indicativa dell' intensità minima del suono che si è in grado di percepire, fosse più elevata negli abitanti dei contesti urbani».
Dopo è andata sempre peggio, se si considera il boom delle discoteche e l' abitudine ad ascoltare la musica tenendo le cuffie. L' eccesso di tecnologia che ci porta a non distogliere mai lo sguardo dal monitor di un pc e i pollici dal display dello smartphone ci ha dato il «colpo di grazia».