Silvana De Mari per “la Verità”
Siamo anime immortali incarnate in un corpo (versione per credenti). Siamo un corpo (versione per laici). In entrambi i casi è fondamentale il rapporto con il nostro corpo. Le persone affette da patologie congenite, le persone cioè che nascono con un corpo malato, hanno un tasso di suicidio e di depressione più basso rispetto a chi nasce sano. Chi nasce malato deve imparare immediatamente l'unica via che può salvarlo, fai il meglio che puoi con quello che hai. E quindi ama quello che hai.
Il nostro corpo è il contatto con la realtà. Dobbiamo amarlo. Noi siamo invece immersi in una folle società dell' immagine, che ci rimanda altri corpi con cui confrontare il nostro, con una costante impressione di «non abbastanza». Noi non posiamo l' attenzione sul fatto di avere le gambe.
Ci sono persone che sono nate senza, e altre che le hanno perse: entrambe le categorie hanno bene in mente il valore delle gambe, con le gambe si può passeggiare nel bosco, guidare una macchina normale, ballare, correre e, se proprio vi piace, giocare a tennis. Chi le ha, invece, sperpera le sue possibilità di pura gioia sul fatto che le gambe non siano abbastanza lunghe, abbastanza magre, abbastanza prive di un tipo particolare di grasso sottocutaneo che con un termine medicalmente improprio e molto dispregiativo è stato chiamato cellulite.
La liposuzione è un intervento gravato da complicanze potenzialmente gravi o addirittura mortali, che ha come scopo di curare qualcosa che non è una malattia. La dismorfofobia, vedere brutto il proprio corpo quando non lo è, è il contrario della trasfigurazione: vedere la bellezza dei corpi che amiamo, incluso il nostro.
Se abbiamo la tentazione della liposuzione, riempiamo casa nostra di poster: le tre grazie di Rubens, con la loro meravigliosa cellulite accuratamente dipinta, i nudi di Tiziano, volendo anche Renoir. La voglia di andarci a cacciare in una sala operatoria ci passerà. Impariamo a essere fiere dei nostri corpi così come sono - alti/bassi/magri/grassi -, i nostri corpi con la loro forza e con la loro sessualità, così come sono: impariamo ad amarli.
E allora gli altri ci ameranno.
La dismorfofobia - vedo il mio corpo come se fosse brutto perché non si equipara a un qualche schema, più o meno folle - è una causa tragica di malattia fisica e di morte. Ragazzine in Ghana e Senegal schiariscono la loro pelle con pomate al cortisone. La pelle diventa dipendente, quando è priva del farmaco, si copre di eczemi, il sistema immunitario crolla. In Occidente, pur di avere la pelle scura, ci esponiamo al sole in maniera sconsiderata.
Da quando esistono le sfilate di moda abbiamo l'incubo della statura. La statura è irrilevante nel fascino. Quello che conta è avere fede in sé stessi. Tra gli uomini più sexy d'America, diverse volte è arrivato in testa Danny De Vito: lui crede in sé stesso, ci si innamora di quelli che in etologia si chiamano alfa. Che gli altri siano «migliori», la «razza superiore» rispetto ai bassi, era una teoria hitleriana e causa dolorosissimi interventi ortopedici di allungamento delle ossa delle gambe, che in molti casi si sono risolti con danni permanenti alla deambulazione.
L'ormone della crescita di estrazione umana, dato a bambini bassi per aumentarne la statura, ha causato casi mortali di encefalite spongiforme, morbo di Creutzfeldt-Jakob, una specie di malattia della mucca pazza.
Un esempio tragico di dismorfofobia è stato Michael Jackson, che aveva tutto, talento, successo, ma ha concentrato l' odio di sé sul suo corpo desiderando la pelle di un altro, il naso di un altro, i lineamenti di un altro. Discorso analogo, molte star con il viso talmente sfigurato da essere inguardabile. Le rughe sono un' altra maledizione: siamo circondati da fotografie di persone senza rughe. Ma la guerra alle rughe è secondaria, oltre che ovviamente più tardiva, della guerra al grasso.
Un' atroce insicurezza sommata al conformismo per una moda che vede la magrezza come uno stato sociale. Perdere peso sembra essere l' unica maniera per uscire da un' insicurezza intollerabile: in realtà, la maniera per uscire è imparare l' amore per il proprio corpo e la gratitudine per il fatto che viviamo in mezzo all' abbondanza. L' amore per la magrezza colpisce le donne più degli uomini, perché sulle donne la pressione è spaventosa.
La situazione è peggiorata dal fatto che, contrariamente a tutta la storia dell' umanità, che ha visto gli abiti delle donne disegnati dalle donne, ora l' alta moda femminile è al 95% gestita da maschi che non amano il corpo femminile, non lo capiscono, non sentono commozione davanti alla sua forza e alla sua potenza.
Non possono fare altro che degradarlo al corpo efebico di un maschio mancato, senza grasso sottocutaneo, senza mestruazioni, con i fianchi troppo stretti per portare un figlio, il seno di silicone, alto e inutile, che non ha mai allattato e serve solo per riempire un reggiseno. Il bacino muliebre, più largo per permettere il parto, deve essere sostenuto da femori più corti degli uomini in proporzione alla statura, per poter essere stabile. Detto in parole povere: le donne hanno il sedere basso.
Il 90% delle modelle è al di sopra del metro e 75, loro hanno il sedere alto. Il 90% delle donne è al di sotto del metro e 65 centimetri: alla maggioranza delle donne i vestiti che portano le modelle non stanno.
I vestiti delle donne devono essere disegnati dalle donne o da uomini che amano le donne, le amano non come amiche, come persone, come anime con cui avere affinità elettive, le amano perché amano i loro corpi. Le sfilate di moda ci hanno talmente addestrato a trovare squisitamente femminili strutture che non sono compatibili con l'assetto ormonale estroprogestinico, che troviamo le Drag Queen più adatte per la moda delle donne: loro sono maschi, femori lunghi, bacino stretto, il sogno di ogni stilista.
Loro, sì, hanno il sedere alto e privo di cellulite, come tutte siamo state addestrate a volere. Una donna con un assetto ipertiroideo/ipertestosteronico sarà magra e con le masse muscolari ben disegnate, una con un assetto iperestrogenico/ipotiroideo sarà naturalmente con un indice di massa corporeo più alto e con le masse muscolari meno sviluppate, e per lei dimagrire e diventare come l' altra sarà sempre difficilissimo.
Sei troppo grassa per sfilare per me, sei una cicciona, sibilano molti stilisti alla modella di 60 chili, con la bocca deformata dal disprezzo. In quanti casi servirà cocaina gira perché questi corpi restino sottopeso, tollerando la fame e il freddo? È difficile andare al veglione di Capodanno senza calze, spalle scoperte e sandali gioiello.
Sniffare qualcosa o prendere una simpatica pastiglietta può annullare il senso di fame, freddo o fatica, le «tre f» che ti tengono sulla realtà. A nessuno si chiede conto di questo scempio? Le modelle, persone che noi indichiamo quindi come modello, persone che un adolescente può imitare, non dovrebbero fare l' antidoping? Quindi amiamoci. Così come siamo. Il nostro corpo è natura. Prendiamocene cura.