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padre amorth nel film di friedkin
Fino alla sua morte nel 2016 padre Gabriele Amorth fece 60mila esorcismi. In molti casi le persone avevano disturbi psichici, ma quando nel 1997 si trovò di fronte a quel ragazzo ebbe la chiara impressione di essere davanti a Lucifero.
Il giovane italiano venne portato in una piccola stanza dal suo sacerdote e da un traduttore perché il ragazzo, che parlava solo italiano, si esprimeva in inglese.
Amorth iniziò l'esorcismo in latino e nel momento in cui menzionò il nome di Gesù, il giovane lo fissò e cominciò a urlare maledizioni e minacce in inglese, sputando e tentando di attaccarlo. Quando l'esorcista arrivò alla preghiera Praecipio tibi ("Ti comando"), il demone si zittì. Quando il padre chiese al demone di rivelare il suo nome, fu scioccato di sentirgli dire che era Lucifero.
L'uomo posseduto gridava, arcuava la schiena, ruotava gli occhi. La stanza divenne gelida e si formarono cristalli di ghiaccio sulle finestre e sulle pareti. Qualche istante dopo l'esorcista ordinò a Lucifero di abbandonare l’uomo, il corpo del giovane si irrigidì e cominciò a levitare, librandosi per tre minuti in aria prima di crollare su una sedia.
Alla fine, Satana ammise la sconfitta, annunciando il giorno e l'ora esatti in cui avrebbe lasciato il corpo dell'uomo. Sembra roba da film horror. Ma padre Marcello Stanzione insiste sul fatto che sia tutto vero. Ha scritto tutto nel suo libro “Il diavolo ha paura di me” che ripercorre la vita di padre Amorth rivelando che il film “L’esorcista” era il suo film preferito perché spiegava bene il suo lavoro e che il posseduto “non era una persona cattiva, ma solo in sofferenza”
Fu nel 1986 che Amorth divenne un apprendista esorcista e nel 1990 fondò l'Associazione internazionale degli esorcisti. Inizialmente condusse esorcismi nella famosa chiesa delle scale sante di Roma, ma le urla spaventavano i fedeli. E quando si trasferì nel quartier generale del suo ordine, i padri paulisti, convertì una piccola stanza nella sala degli esorcismi.
Una mezza dozzina di sedie fiancheggiavano le pareti per i suoi assistenti e i loro cari, e una logora poltrona di velluto marrone serviva per il posseduto. Le anime particolarmente problematiche venivano legate con cinghie su un lettino. Il paziente era quasi sempre violento, quindi gli esorcismi si facevano mai da soli. Sulle pareti c’erano otto crocifissi, quadri di Maria e uno dell'Arcangelo Michele, capo dell'esercito di Dio. C’era anche una foto di Papa Giovanni Paolo II che rendeva i diavoli "particolarmente irritabili".
Il sacerdote conservava gli strumenti del suo mestiere in una vecchia valigetta: due crocifissi in legno, un aspersorio per l’acqua santa e una fiala di olio consacrato. Usava anche una stola viola e un libro di preghiere contenente la formule ufficiali per l’esorcismo. «Sai perché il diavolo fugge quando mi vede? – scherzava Amorth - Perché sono più brutto di lui».
Sebbene la Chiesa cattolica riconosca ufficialmente l'esorcismo, per molti si tratta solo di una pratica medievale. Lo stesso Amorth ammetteva che molti di quelli che andavano da lui avevano problemi mentali e ha stimato che in 30 anni si è trovato solo davanti a 100 casi di persone possedute dal male.
Per un esorcismo poteva bastare una preghiera o erano necessari mesi o anni. All'inizio della sua carriera, Amorth aiutò un esorcista di nome Don Negrini vicino a Brescia che tentava di liberare una ragazza di 14 anni. Quando Amorth chiese al demonio perché si era impossessata di questa giovane, il demonio rispose: «Perché è la migliore della parrocchia». Negrini impiegò altri 12 anni per liberare la ragazza, secondo quanto ricorda Stanzione.
I sintomi per chi era posseduto potevano andare da violenti mal di testa a crampi allo stomaco e Amorth aveva la certezza di trovarsi davanti al demonio solo durante l’esorcismo. Raccontava che il diavolo odiava sentir parlare in latino e di solito si esprimeva attraverso l’inglese. Le persone possedute erano solito sputare e vomitare e la forza sovrannaturale era di solito una delle caratteristiche di questi soggetti. Padre Amorth raccontava di un bimbo di 11 anni in grado di lanciare a terra tre poliziotti e di un bambino di 10 anni capace di caricarsi un grande tavolo.
Ma come si entrava in contatto con il demonio? Nel 90% dei casi, padre Amorth incolpava i satanisti o "qualcuno che aveva agito con perfidia satanica". Nei restanti casi incolpava le persone che avevano partecipato a messe nere o sedute sataniche. A chi gli diceva che si trattava solo di invenzioni padre Amorth rispondeva: «Il diavolo si nasconde sempre e la cosa che vuole è che non crediamo che esista».
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