Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Se questa è la storia di un guardone o di una spia, si capirà. Certo è la storia di una gigantesca faglia aperta sulla sicurezza del nostro Paese, della facilità di reperire dati iper sensibili come quelli bancari. Dati che, se finiti nelle mani sbagliate, metterebbero a rischio la sicurezza nazionale.
Un anonimo funzionario di Banca Intesa, Vincenzo Coviello, 52 anni, da una scrivania della filiale Agribusiness di Bisceglie, provincia di Bari, è riuscito a spiare per due anni almeno mezzo Paese: dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 ha eseguito, si legge nell’audit investigation della stessa banca, «6.976 accessi a conti correnti di clienti non giustificati da esigenze di servizio».
È stata spiata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il suo allora compagno Andrea Gianbruno, la segretaria Patrizia Scurti e il marito, il capo della scorta della premier Giuseppe Napoli, oggi agente dell’Aisi. Ancora: i ministri Crosetto, Fitto, Santanchè. Gli ex premier Renzi e Letta. L’allora presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, i vertici dei Carabinieri (l’ex comandante generale Tullio Del Sette), il comandante generale della Finanza, Andrea De Gennaro.
E ancora: alti prelati del Vaticano. Cantanti, calciatori e imprenditori: John e Lapo Elkann, per esempio, così come tutta la famiglia Berlusconi, Marina, Piersilvio e anche Marta Fascina.
«L’ho fatto da solo, non ho mai divulgato quelle informazioni e non ne ho fatto copia» ha detto ai vertici della banca Coviello, che ieri dopo la pubblicazione della notizia dell’indagine che lo riguardava sul quotidiano “Il Domani” ha subito, in tutta fretta, una perquisizione dei Carabinieri alla ricerca, appunto, di documenti che diano un senso a questa storia: hanno raccolto computer, carte, chiavette e sono stati anche alla sua vecchia scrivania in banca dove ha lavorato fino ad agosto, quando è stato licenziato. Coviello è accusato di «accesso indebito ai dati finanziari di istituzioni poste a fondamento della Repubblica (presidente del Senato. del Consiglio dei ministri, ministro della Difesa, componenti del Parlamento) e dei loro familiari».
Lo faceva, secondo la procura di Bari, per «procurare a sé o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete».
Coviello al momento sembrerebbe essersi mosso da solo. Ma, sostengono il procuratore di Bari, Roberto Rossi e l’aggiunto Giuseppe Maralfa, nel decreto di perquisizione notificato ieri a Coviello, lo faceva «verosimilmente in concerto con persona da identificare: un mandante degli accessi abusivi al sistema informatico di Intesa». Su questo, al momento, non c’è alcuna prova: non un giro di denaro, non un elemento. Toccherà ora ai Carabinieri stabilirlo. Carabinieri che però hanno in mano una mole incredibile di nomi vip spiati abusivamente dal dipendente di Intesa.
L’indagine nasce per caso: a luglio di quest’anno un correntista viene avvisato di essere stato spiato. Gli dicono che è stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente, già allontanato a maggio dopo che era partita una segnalazione al Garante della Privacy.
Al correntista, uno stimato professionista, non basta la spiegazione e presenta così un esposto in Procura. Parte così l’indagine e soltanto ad agosto, quando i Carabinieri si accorgono di essere davanti non a uno spione di paese, ma a qualcosa di gigantesco, Intesa comunica il licenziamento alla magistratura. Anche per questo motivo, ora la procura sta indagando sulla responsabilità oggettiva (secondo la legge 231) della banca.
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Fatto sta che, siamo ad agosto, gli investigatori si rendono conto di essere davanti a un pozzo senza fondo. Coviello ha cercato nella banca dati, impunito, ogni nome che finiva sulle pagine del giornale alla ricerca delle schede clienti, degli estratti conto e anche in alcuni casi delle movimentazioni delle carte di credito.
Circostanza questa particolarmente pericolosa perché così è possibile ricostruire anche gli spostamenti. Per il ruolo che ricopriva all’interno dell’istituto, Coviello aveva sostanzialmente libero accesso a tutte le schede dei correntisti. Ci sono praticamente tutti i parlamentari visto che Intesa offre il servizio ai deputati. Ma […] Le ricerche sono random e riguardano chiunque.
Alcune durano alcuni secondi, altre sono più approfondite. È il caso del ministro della premier Meloni (che ieri ha commentato, ironicamente: «Dacci oggi il nostro dossier quotidiano» mentre Fazzolari annunciava una nuova stretta sugli accessi abusivi) di La Russa, del ministro Crosetto e di sua moglie Graziana Saponaro. Ma anche di Di Battista, Di Maio, Fitto, Letta, Renzi o Nichi Vendola. Se non fosse così pericoloso, ci sarebbe da ridere a leggere la lista: ci sono Totti e Albano, Luisa Ranieri e Domenico Arcuri, Giuliano Amato e Paola Egonu, Calenda e Bonolis, Decaro e Pietro Paolo Virdis, D’Alema e Zucchero Fornaciari. […]
PIETRO PAOLO VIRDIS paola egonu DOMENICO ARCURI LUISA RANIERI NUDA IN E' STATA LA MANO DI DIO