(ANSA) – Un giovane militante del Partito laburista britannico è stato arrestato da Scotland Yard a Londra in relazione allo scandalo - svelato dai media in aprile - legato a una vicenda di messaggi con foto osé gay fatte circolare sui telefonini da 13 fra parlamentari, funzionari e giornalisti accreditati a Westminster.
Vicenda che aveva inizialmente suggerito un'ipotetica "honey trap", una trappola a sfondo sessuale commissionata magari da imprecisati "Stati stranieri ostili, e che si è poi in parte ridimensionata ma continuando a proiettare il sospetto d'una qualche manovra a
scopo ricattatorio.
Il nome dell'indagato non è stato reso pubblico per ora: si sa solo che ha attorno ai 25 anni ed è stato fermato dalla polizia nel quartiere residenziale di Islington. Il Labour di Keir Starmer - avviato a vincere con largo margine le prossime elezioni del 4 luglio in base a tutti i sondaggi, e in forza del tracollo pronosticato ai conservatori del premier Rishi Sunak - ha da parte sua reagito all'imbarazzo facendo sapere di aver "immediatamente sospeso" dai propri ranghi l'arrestato.
L'indagine è stata corroborata dalle ammissioni di William Wragg, deputato Tory 36enne (non ricandidatosi alle elezioni), il quale - dopo le prime rivelazioni mediatiche - aveva
confessato d'essere stato lui a dare i numeri delle persone contattate al potenziale ricattatore anonimo con cui era entrato in relazione tramite l'app d'incontri omosessuali Grindr.
"Temevo che avesse cose compromettenti su di me. Sono stato un debole e mi scuso", aveva detto Wragg, prima dimettersi dall'incarico di partito che allora ricopriva alla Camera dei Comuni. Fra le 13 persone raggiunte poi da un numero WhatsApp successivamente disattivato figuravano secondo informazioni di stampa almeno altri due deputati Tory, uno di opposizione, due giornalisti, un anchorman tv, alcuni assistenti parlamentari e un ex consulente di governo. Tutti presi di mira con l'esca di foto esplicite di nudo maschile dal mittente sconosciuto (che si firmava alternativamente "Charlie" o "Abi"). E tutti rimasti inizialmente in silenzio, salvo uno, autore della prima denuncia alla polizia.
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