Fulvio Fiano per www.corriere.it
i due americani fermati per la morte di mario cerciello rega
Sono Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth i due cittadini americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. A entrambi è contestato omicidio e tentata estorsione, ma a infliggere le otto coltellate che hanno ammazzato il militare sarebbe stato il 19enne, Elder Finnegan Lee. Così si legge nelle tre pagine di decreto di fermo. I carabinieri hanno ritrovato il coltello utilizzato per l’omicidio e i vestiti sporchi di sangue nascosti nel soffitto della stanza dell’hotel dove alloggiavano. A breve inizieranno ne carcere di Regina Coeli gli interrogatori di convalida dei due fermati e, nel pomeriggio, è prevista anche l’autopsia sul corpo della vittima.
Gesto insensato
Un gesto insensato e sproporzionato nato dalla voglia di rivalsa sulla truffa subita da un pusher e finito con l’aggressione ai due carabinieri quando hanno visto di fronte a sè la concreta possibilità di finire in guai peggiori. Il decreto di fermo a carico dei due ventenni aggiunge dettagli importanti alla ricostruzione di una vicenda assai nebulosa ma che ancora oggi sembra incredibile nella sua assurdità.
omicidio cerciello - il video della fuga dei ladri della borsa a trastevere
Il borsello rubato
Lee e Hjort comprano droga a Trastevere ma si accorgono gli è stata rifilata dell’aspirina. Rubano allora il borsello di un uomo, Sergio Bruggiatelli, dopo che questo li contatta sul telefono rimasto all’interno, si dicono disposti a restituirlo solo in cambio di 100 euro e un grammo di coca.Bruggiatelli, in questa ricostruzione, chiama i carabinieri che si presentano all’appuntamento e vengono aggrediti.
I due carabinieri si sono qualificati
Il decreto sottolinea che i due militari, Cerciello e il collega Varriale, si presentano in borghese ma si qualificano subito come carabinieri. Per tutta risposta i due americani tirano fuori un grosso coltello e si oppongono al fermo. L’arma, dice ancora il decreto, viene poi rinvenuta nel soffitto della camera 109 dell’hotel LeMeridien dove i due alloggiavano. In principio si era parlato di una fioriera
Versioni discordanti
Non solo su questo punto le versioni dei due reo confessi sono discordanti. Come pure resta da capire come sia possibile che un pusher chiami il 112, dunque fornendo le sue generalità, per denunciare un furto subito. Non è chiaro se fosse presente anche lui all’appuntamento-trappola o se dovesse poi incontrarsi con i carabinieri in un secondo momento.
Erano pronti a lasciare l’Italia
Nella stanza di hotel sequestrati anche gli abiti indossati dai due durante il delitto. A loro si è arrivati grazie anche ai filmati delle videocamere di sorveglianza (c’è una banca proprio di fronte al luogo del delitto) e i due sarebbero stati bloccati mentre si preparavano a lasciare Roma per tornare in patria.
Le testimonianze decisive
Decisive anche le testimonianze del personale dell’albergo (portiere notturno e facchino) che hanno indirizzato gli inquirenti e riconosciuto i due. I due assassini, entrambi residenti a San Francisco, si sono giustificati con la paura di essere di nuovo truffati perché solo uno dei due capisce l’italiano (Hjorth).
Il ruolo di Natale Hjorth: ha impedito i soccorsi
Natale Hjorth ha anche sostenuto di non sapere che l’amico fosse armato ma, si legge nel decreto firmato dal pm Calabretta e dall’aggiunto D’Elia, le dimensioni della stessa non rendono credibile questa spiegazione. Lee non solo ha contribuito al delitto impedendo a Varriale di soccorrere il collega, ma si è poi dato alla fuga lasciando Cericello esanime a terra. Una delle aggravanti che vengono ora contestate ai due assieme al fatto di aver ucciso un carabiniere.