ANGELI ALL’INFERNO – UN’INCHIESTA DEL “TIMES” RIVELA IL CLIMA DI MOLESTIE E RICATTI IN CUI ERANO COSTRETTI A VIVERE DIRIGENTI, IMPIEGATI E SOPRATTUTTO MODELLE CHE SUBIVANO LE AVANCE DEL 71ENNE ED RAZEK, UNO DEI MASSIMI DIRIGENTI DI L BRANDS, CHE PROVAVA A BACIARE LE RAGAZZE, LE PALPEGGIAVA E LE FACEVA SEDERE IN GREMBO – QUALCUNO HA PROVATO AD AVVISARE IL FONDATORE LESLIE WEXNER DEI SUOI COMPORTAMENTI, MA… VIDEO

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Katia Riccardi per "www.repubblica.it"

 

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I segreti li tengono gli angeli. E quelli di Victoria's Secret sono infernali. Il super brand americano di lingerie e prodotti di bellezza fondato nel 1977 dagli imprenditori Roy Raymond e Gaye Raymond che per il nome si ispirarono alla regina Vittoria, il cui catalogo o le sfilate di moda sono magia e gli "angeli" modelle di successo internazionale, è finito in buco nero, nel mirino di un'inchiesta del Times.

 

Tolte piume, paillettes e ali, restano corpi. E all'interno dell'azienda due uomini potenti hanno portato avanti per anni una radicata cultura di misoginia, bullismo e molestie. A denuciarlo sono oltre 30 dirigenti, impiegati e modelle, attuali e non, nonché atti giudiziari e diversi documenti.

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Dei comportamenti inappropriati di Ed Razek, 71 anni, per decenni uno dei massimi dirigenti di L Brands, società madre di Victoria's Secret, le lamentele sono state tante e ripetute nel tempo. Il suo provare a baciare le modelle, a sedersele in grembo. Le palpeggiava durante le sfilate, le molestava. E le modelle che provavano a lamentarsi subivano ritorsioni. Una di loro, Andi Muise, ha affermato che Victoria's Secret ha smesso di chiamarla per le sfilate di moda perché aveva respinto le avances di Razek. Insomma, tutti sapevano, tutti accettavano.

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Qualche dirigente ha spiegato però di aver tentato di avvisare Leslie Wexner, 82 anni, fondatore e amministratore delegato di L Brands, di quello che accadeva e dei comportamenti di Razek. Ma Wexner era uguale, complice e molto vicino a Razek, principale responsabile del marketing, quindi invincibile e intoccabile.

 

"Era un comportamento radicato", ha detto Casey Crowe Taylor, ex dipendente di pubbliche relazioni presso Victoria's Secret, oltre che uno dei testimoni della condotta di Razek. "Potevano fare come volevano, il loro era un atteggiamente accettato come normale, consueto. In quell'ambiente ti facevano una specie di lavaggio del cervello. E chiunque abbia provato a fare qualcosa al riguardo non è stato semplicemente ignorato, è stato punito".

georgia fowler al victoria's secret fashion show del 2018 georgia fowler al victoria's secret fashion show del 2018

 

Quelle che riporta il New York Times, sono nuove rivelazioni che si aggiungono all'inferno dei segreti degli Angeli. Victoria's Secret era già finita nello scandalo a causa del legame tra Wexner e Jeffrey Epstein, arrestato per abusi sessuali e traffico internazionale di bambini che avrebbero coinvolto oltre 10mila minorenni, e morto in carcere presso il Metropolitan Correctional Center di New York in circostanze misteriose il 10 agosto scorso.

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Epstein gestiva il patrimonio miliardario di Wexner, inoltre attirava giovani donne proponendosi come reclutatore di modelle per Victoria's Secret.

 

L Brands, la società quotata in borsa che possiede anche Bath & Body Works, è a rischio. La trasmissione in tv della sfilata annuale di Victoria's Secret è stata cancellata dopo quasi due decenni. Razek si è dimesso da L Brands ad agosto e Wexner sembra stia per andare in pensione e vendere l'azienda di lingerie, ma non è una notizia ufficiale.

 

In risposta alle domande del New York Times, Tammy Roberts Myers, portavoce di L Brands, ha rilasciato una dichiarazione a nome degli amministratori indipendenti del consiglio. "Ci rammarichiamo", ha affermato, senza contestare le dichiarazioni riportate dal Times.

 

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In una mail Razek ha dichiarato: "Le accuse sono categoricamente false, fraintese o fuori contesto. Sono stato fortunato a lavorare con innumerevoli modelle di livello mondiale e professioniste dotate, e sono orgoglioso del rispetto reciproco". Non ha aggiunto altro, e Thomas Davies, portavoce di Wexner, ha rifiutato di commentare.

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