Paola Caruso per www.corriere.it
Sono 13.189 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri erano +9.660). Sale così ad almeno 2.583.790 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall’inizio dell’epidemia. I decessi odierni sono 477 con una correzione (ieri erano +499), per un totale di 89.820 vittime da febbraio 2020.
Mentre le persone guarite o dimesse sono 2.059.248 complessivamente (oltre 2 milioni dal 31/1): 15.749 quelle uscite oggi dall’incubo Covid (ieri +18.976). E gli attuali positivi — i soggetti che adesso hanno il virus — risultano essere in tutto 434.722 (sotto la soglia di 500 mila dal 23 gennaio), pari a -3.043 rispetto a ieri (-9.824 il giorno prima). La flessione degli attuali positivi di oggi — con il segno meno davanti — dipende dal fatto che i guariti, sommati ai decessi, sono in numero maggiore rispetto ai nuovi casi. Questa flessione verso il basso va avanti ininterrottamente dal 25 gennaio.
I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 279.307, ovvero 33.878 in più rispetto a ieri quando erano stati 244.429. Mentre il tasso di positività è 4,7% (l’approssimazione di 4,722%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 4 sono risultati positivi; ieri era 3,9%.
Dal 15 gennaio questa percentuale casi/tamponi è calcolata contando anche i test rapidi, di conseguenza è più bassa rispetto a quella dei bollettini precedenti al 15 gennaio e non è possibile fare confronti con lo storico.
Più contagi in 24 ore rispetto a ieri, a fronte di più tamponi. Dopo due giorni sotto quota 10 mila, si ritorna al di sopra di questa soglia. Nessuna impennata (mercoledì scorso +15.204 i casi con un tasso del 5,2%), ma piuttosto un’altalena che si osserva di consueto a metà settimana ed è condizionata dall’aumento delle analisi processate.
In genere il mercoledì, o giovedì, c’è l’incremento maggiore di infezioni quotidiane di tutta la settimana. Lo scenario rimane pressoché bloccato. Il problema? La quantità quotidiana di contagiati non permette il tracciamento.
Bene la situazione del sistema sanitario: secondo i dati Agenas (Agenzia per i servizi sanitari), la media nazionale dei posti letto occupati in terapia intensiva registra un costante calo ed è stabile da quattro giorni sul 26%, ossia sotto il limite di allerta del 30%. Ma ci sono ancora 8 regioni, che superano questo valore: Umbria (45%), Provincia di Trento (39%), Puglia (37%), Friuli-Venezia Giulia (35%), Provincia di Bolzano (34%), e infine Lazio, Lombardia e Marche (31%).
Il sistema sanitario
Cala la pressione sugli ospedali. I posti letto occupati nei reparti Covid ordinari sono -246 (ieri +57), per un totale di 20.071 ricoverati, come quelli del 3 novembre, quando è stata superata la soglia di 20 mila ricoveri. I posti letto occupati in terapia intensiva (TI) sono -69 (ieri -38), portando il totale dei malati più gravi a 2.145. La variazione dei posti letto occupati, in area critica e non, indica il saldo tra i pazienti usciti e quelli entrati nelle ultime 24 ore. I nuovi ingressi in TI sono +133 (ieri +158).
I dati sui vaccinati
I cittadini vaccinati sono oltre 2,1 milioni.