Estratto dell’articolo di Floriana Bulfon per “la Repubblica”
Jurij Orekhov si sentiva tranquillo. Guardava le immagini del conflitto in Ucraina con soddisfazione: nei missili che piovevano sulle città c’era il frutto del suo lavoro. Dopo l’invasione stava più attento: aveva aperto una nuova società negli Emirati Arabi e spostato la residenza lì […]. Al suo amico e socio Artem Uss aveva spiegato di essere pronto alla latitanza. Senza escludere un’altra opzione: fingersi un dissidente anti-Putin e chiedere asilo.
A Jurij è andata male e da fine ottobre è in un carcere tedesco in attesa dell’estradizione negli Usa, mentre Artem mercoledì scorso ha scassinato il braccialetto elettronico ed è scappato dagli arresti domiciliari a Milano.
Le autorità italiane hanno sottovalutato l’importanza di questo quarantenne muscoloso, figlio di un governatore siberiano vicinissimo al Cremlino. Perché è su questa coppia che si stanno concentrando le indagini dell’intelligence americana per ricostruire la rete che ha permesso alla Russia di ottenere componenti elettroniche fondamentali per incrementare la produzione di armi hi-tech pure dopo l’inizio della guerra.
Se Orekhov era più esperto negli aspetti manageriali, Uss era al centro dei rapporti più importanti per il futuro: quelli con la Cina. […] Quanto sia stato incisivo il ruolo dei due lo dimostrano gli atti. Attraverso ditte tedesche e norvegesi Orekhov ha acquistato legalmente di tutto: nel 2019 ha cercato persino di ottenere parti del caccia F-22 Raptor, il più moderno intercettore stealth statunitense.
Le sue aziende esibivano credenziali ottime, incluse quelle di Roscosmos, l’agenzia spaziale russa che poteva importare tecnologia satellitare per proseguire le missioni orbitali assieme alla Nasa. Per anni […] ha portato legalmente in Russia elicotteri Usa ed è riuscito a ottenere dalla francese 3D Plus microprocessori molto speciali: li ha pagati 3,6 milioni di dollari e potrebbero servire per lo stadio finale del super-missile nucleare Sarmat.
LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI
[…] La coppia unisce affari privati e missioni statali, tutti però protetti dai servizi di sicurezza russi. Il contrabbando di petrolio e materie prime triangolate tra Venezuela e Cina con il coinvolgimento del magnate Oleg Deripaska — che non risulta indagato — pare servisse soprattutto a creare riserve finanziarie. Il socio di Uss non aveva problemi a muovere soldi: usava corrieri che consegnavano pacchi di contanti, transazioni in criptovalute e bonifici da istituti pronti a chiudere un occhio: «Non c’è da preoccuparsi — diceva al telefono — Questa è la banca più sporca degli Emirati, mandano denaro a chiunque».
GUERRA IN UCRAINA - ZELENSKY VS PUTIN - MEME BY GIAN BOY
[…] Questo network con l’inasprimento delle sanzioni ha solo cambiato pelle. Uno dei terminali dello shopping di Uss e Orekhov — la Radioavtomatika — sta continuando a reperire microprocessori attraverso società in Uzbekistan, Armenia e Cina. La Repubblica Popolare è l’ultima terra promessa dove i russi possono comprare chip e lì Artem Uss ha ereditato i rapporti del padre, governatore della regione di Krasnojarsk che traffica oltre la frontiera siberiana da decenni. Storie su cui adesso nessun giudice statunitense potrà interrogarlo.
vladimir putin fucile ARTEM USS