Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
Da «Rosa nel deserto» a Lady Macbeth del regime siriano: la parabola di Asma Assad è quella di un ragazza britannica diventata la complice numero 1 di uno dei più sanguinari dittatori del Medio Oriente. Eppure ben poco avrebbe lasciato presagire che Asma sarebbe finita in esilio a Mosca, in fuga assieme al marito Bashar: lei nata a Londra 49 anni fa da una coppia di immigrati siriani, il padre cardiologo di successo in un ospedale privato e la madre diplomatica [...]
Asma era andata a scuola al Queen’s College, uno dei più esclusivi istituti privati femminili di Londra (dove oggi la retta costa circa 35 mila euro l’anno) ed era una ragazza britannica al 100%, tanto che dalle compagne di classe si faceva chiamare Emma: da lì era passata all’università al King’s College, dove si era laureata nel 1996 a pieni voti in informatica e francese.
Come tante giovani inglesi con un curriculum simile, si era subito avviata verso una carriera nella finanza, prima alla Deutsche Bank e poi a Jp Morgan. Ma il suo destino doveva incrociarsi con quello di Bashar al Assad, il figlio del dittatore siriano Hafez. I due si erano conosciuti già da piccoli in Siria, durante le vacanze di lei nel Paese dei genitori, ma avevano riallacciato i rapporti nel 1992, quando lui si era trasferito a Londra per studiare oftalmologia.
[…] nel 1994, Bashar venne richiamato in Siria alla morte del fratello maggiore e nel 2000 ereditò il potere dopo il decesso del padre. Pochi mesi dopo, nel dicembre di 24 anni fa, Bashar sposò Asma, che lasciò la natia Londra per trasferirsi a Damasco: fu un matrimonio a sorpresa che era anche una mossa di pubbliche relazioni, con una giovane e bella occidentale chiamata a dare una patina di riformismo moderno al regime.
Una operazione culminata nel febbraio del 2011, quando la rivista Vogue dedicò ad Asma la copertina, definendola appunto una «rosa nel deserto»: peccato che di lì a poche settimane scoppiò la guerra civile e Bashar diede il via a una sanguinosa repressione, tanto che Vogue fu costretta a oscurare in fretta e furia l’articolo dal proprio sito web.
Asma si posizionò al cuore del regime, gestendo tramite un labirinto di comitati una quantità di cose, da internet alla distribuzione di aiuti stranieri. Un ruolo che le è costato il bando dalla Ue e una indagine di Scotland Yard per crimini di guerra: ma in realtà Londra non l’ha mai sanzionata e tecnicamente, in quanto cittadina britannica, potrebbe tornare a casa.
A Londra vivono ancora i suoi genitori, in una casa da un 1 milione di sterline alla periferia occidentale, ad Acton: Asma, dopo aver superato un cancro al seno, è ora affetta da leucemia e non si può escludere che possa andare a curarsi in patria. […]
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