Lorenzo Pastuglia per https://corrieredelveneto.corriere.it/
aereo in avaria sulle dolomiti
Erano partiti da Trento e stavano volando verso Belluno con un aereo da turismo, prima che una perdita di potenza al motore costringesse tre ragazzi a un atterraggio di emergenza sul gruppo del Lagorai, in Trentino, circa 100 metri sotto al bivacco «Paolo e Nicola», nel comune di Predazzo e lungo il versante della Val di Fiemme, a una quota di 2.100 metri. Alla guida dell’aereo c’era Silvia de Bon, 22 anni, a bordo il fratello Mattia, 27 anni, e la sua fidanzata, Giorgia Qualizza, di 28, tutti e tre originari di Longarone (Belluno).
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La prima, oltre al brevetto italiano, aveva da poco conseguito anche quello americano. Era appena tornata dagli Usa, e insieme agli altri due aveva optato per una gita post-natalizia in alta quota. I tre passeggeri, feriti ma coscienti dopo l’incidente delle 16.25 del 28 dicembre, sono riusciti a uscire dall’abitacolo — chiamando il numero unico per le emergenze del 112 — e sono poi saliti fino al bivacco per aspettare i soccorsi. Poco dopo è arrivato l’elisoccorso da Trento, su richiesta della Centrale unica di Trentino Emergenza, con il Coordinatore dell’Area operativa Trentino settentrionale del Soccorso Alpino e Speleologico.
Ferite per l’esplosione del vetro
I tre giovani, così, sono stati portati in codice rosso all’ospedale Santa Chiara, dove solo Silvia ha passato la notte in osservazione per alcune ferite, dovute all’esplosione del vetro dell’aereo (il titolare legale del mezzo è l’Aeroclub Belluno «Arturo Dell’Oro»): alcune schegge l’hanno colpito alla parte sinistra del volto, oltre ad abrasioni varie alla testa per il colpo subito. Gli altri due sono invece tornati a casa a Longarone dopo cena, riportati in auto dal papà di Mattia e Silvia, Ettore. «Abbiamo portato a casa la pelle tutti e tre — racconta il 27enne — L’esatta posizione dell’incidente l’ho ricavata dall’applicazione del 112».
Le noie al motore
«Quando mio figlio mi ha chiamato, chiedendomi se qualcuno potesse riportarlo a casa e che tutti stavano bene, allora ho capito tutto — dice Ettore — Silvia mi ha raccontato che l’aereo aveva già problemi di accensione a Trento, così ha chiamato il suo ispettore che le ha spiegato come dovesse fare».
E ancora: «Andando in alta quota, ha accusato altre noie— aggiunge — Mi ha raccontato che l’aereo è andato giù in picchiata e che si è salvata applicando le manovre di salvataggio. Ha perso i sensi per un attimo e non si ricorda gli istanti prima del botto. Quel tragitto mia figlia l’ha fatto diverse volte, lo conosceva bene. È appena tornata dalla Florida, dove ha conseguito il brevetto americano. Un miracolo che sia viva, spero tanto che lasci perdere i voli, anche se lei mi dice sempre che è più probabile morire in un incidente stradale piuttosto che in volo».
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