Stefano Landi per www.corriere.it
ATTILIO FONTANA E LA FIGLIA MARIA CRISTINA
Attilio Fontana non ha lasciato la sua Varese nemmeno dopo essere diventato governatore lombardo. Troppo mondana la città da bere per i suoi gusti. Bobo Maroni, suo concittadino, per fare l’esempio di chi l’ha preceduto al Pirellone, era più uomo di mondo. Fontana nasce e cresce nella tipica famiglia della borghesia varesina. Mamma è tra le poche dentiste in città, papà invece era medico condotto a Induno Olona, il paesino dove Fontana iniziò la sua carriera politica. In quel mondo aveva conosciuto la sua prima moglie, Laura Castelli, nota commercialista. Poi il secondo matrimonio con Roberta Dini, altro giro altra famiglia di borghesia doc locale.
La villa fuori dal centro, sempre per stare fedeli a una certa sobrietà. Ma un passo ancora più indietro è sempre rimasta lei. Non proprio la classica first lady lumbard, un raro esempio di amore a prova di Google, dato che non esistono foto dei due insieme. Nipote dell’architetto Claudio Dini, Roberta è figlia del fondatore di Paul & Shark, azienda (ovviamente sempre varesotta) molto nota nel mondo. La storia di Dama ha origini molto più antiche della vicenda dei camici delle cronache di queste settimane. Risale agli anni Venti quando la società di famiglia Dini produceva dal filato alle scatole per confezionare capi di Christian Dior e Balenciaga.
La carriera politica
Nel 2006 Fontana diventa anche sindaco di Varese. In maniera quasi scontata. E non solo per l’onda di centrodestra che tira da quelle parti in quegli anni. Chi lo conosce bene giura che il segreto del suo successo non fosse dovuto alla casacca verde della Lega, ma al suo essere la perfetta espressione della borghesia varesina più conservatrice. Perché a Varese, i duri e puri del Carroccio non hanno mai fatto troppa breccia.
Eppure nonostante le percentuali piuttosto bulgare delle sue elezioni e i dieci anni tondi di mandato, in tanti ora giurano di non ricordare grandi tracce lasciate dalla sua politica locale, anche rispetto a sindaci della stessa bandiera. Ha sempre preferito stare conservativo, prudente, attento. Si faceva vedere invece al golf di Luvinate, dove andava in buca con la maglietta (tendenzialmente verde) insieme al resto della Varese bene.
È la sua grande passione sportiva il golf, oltre al Milan (unica concessione fuori confine), come anche il basket, che però a Varese è una tassa. Appassionato o ci nasci o ci diventi. Il suo appuntamento pubblico sulle tribune del palazzetto di Masnago e i quintetti della mitica Ignis anni Settanta che ripete spesso come fossero filastrocche. Varese è anche la città del suo studio legale, quello fondato nel 1980 dopo gli anni passati sui banchi di Giurisprudenza alla Statale di Milano e tuttora uno dei più importanti della città. Da qui Fontana ha fatto un passo indietro, per incompatibilità istituzionale. Il suo posto l’ha preso Maria Cristina, la più grande dei suoi tre figli. È lei che abitualmente lo accompagna anche alla Prima della Scala. Perché, anche lì, lady Roberta nessuno l’ha mai vista.