Estratto dell'articolo di Irene Famà per "La Stampa"
Mauro Glorioso è ancora ricoverato in ospedale. E papà Giuseppe lo sa, «nessuno me lo ridarà com'era». La notte tra il 21 e il 22 gennaio era in coda per entrare in discoteca a Torino con alcuni amici, quando è stato travolto da una bicicletta elettrica lanciata da un gruppo di adolescenti da una balaustra lungo il Po. Erano in cinque, tre maschi e due femmine, giovanissimi. Solo due appena maggiorenni. E ieri i più piccoli sono stati condannati per tentato omicidio: alla sedicenne sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi, al quindicenne 9 anni e 4 mesi e 9 anni e 9 mesi al ragazzo maggiorenne da pochissimo.
i ragazzi che hanno lanciato una bici contro Mauro Glorioso
«È una decisione equilibrata», dichiara papà Giuseppe, […] «Con questa sentenza spero che i ragazzi, la collettività, le baby gang si rendano conto che con la vita non si può giocare, che capiscano che quando si sbaglia si rischia seriamente». […] «Quello della criminalità giovanile è un problema dilagante. Troppo grave - dice - Mio figlio non tornerà com'era prima di quella sera, ma spero che almeno da tutto questo possa nascere qualcosa di positivo. Possa avere un significato».
Per i tre imputati, le difese avevano chiesto la messa alla prova, un programma rieducativo alternativo al carcere. E ora non nascondono l'amarezza. «È una sentenza tristemente esemplare e le sentenze esemplari, soprattutto nei confronti di un ragazzino, non risolvono il problema. Al contrario: lo acuiscono». […] E il collega Michele Ianniello aggiunge: «Questa vicenda giudiziaria non si esaurisce qui».
Victor Ulinici arrestato per il lancio della bici ai murazzi di torino
[…] Quella notte, in centro a Torino, avevano fatto il giro dei cocktail bar. Poi l'idea di gettare quella bicicletta del bike sharing da ventitré chili, con pedalata assistita, giù dalla balconata. «Ho sempre visto lanciare dei bicchieri dai Murazzi e ho pensato di farlo anche io. Ci siamo guardati intorno e qualcuno, non ricordo chi, ha provato a prendere una bici». Una bicicletta? «Non ricordo perché abbiamo deciso di prenderla». L'avevano raccontata così ai magistrati: […]
Il lancio. La fuga sui pullman di linea, il brindisi e i baci in un minimarket aperto tutta la notte. Poi il silenzio nei giorni successivi, quando i carabinieri indagavano sull'accaduto e gli investigatori dell'Arma e la Città lanciavano appelli: «Chiunque abbia visto o sentito qualcosa si faccia avanti». Loro zitti. A casa. Giusto qualche messaggio su WhatsApp: «Speriamo che non arrivi madama»; «È passata madama e non mi ha visto»; «Non posso più andare in centro dopo quello che è successo».
Victor Ulinici bacia la fidanzata
Preoccupati sì, unicamente per loro. I carabinieri li hanno arrestati l'8 febbraio. A incastrarli i filmati delle telecamere di videosorveglianza del centro e dei mezzi pubblici. E poi il racconto di un testimone chiave, studente universitario di vent'anni. Passava di lì con le cuffie, ascoltando musica. Vede dei ragazzi lanciare una bicicletta e scappare. Poi, alcuni giorni dopo, legge la notizia e si presenta in caserma. Lui e gli altri: due volti della stessa Torino.
[…] Mauro Glorioso è ricoverato in un ospedale di lunga degenza e quanto è accaduto, l'ha scoperto solo pochi giorni fa. Accanto a lui c'è anche uno psicologo. Come si può accettare di essere stati travolti da una bicicletta lanciata da cinque adolescenti così, per gioco? Perché «abbiamo visto che qualcuno lanciava oggetti e così li abbiamo lanciati anche noi». —
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