Gabriele Carrer per “la Verità”
Il fantasma di Muammar Gheddafi continua ad aleggiare sulla Libia. Non stiamo parlando della crisi politica ed economica che dilania il Paese dopo l' intervento che nel 2011 abbatté il regime del rais. E neppure della faida tra il governo di Tripoli, guidato da Fayez Al Serraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite ma sostenuto in pratica nel mondo occidentale soltanto più dall'Italia, e l'autoproclamato esercito nazionale agli ordini del generale Khalifa Haftar, che ha in Bengasi la sua capitale.
La tenda-bunker. A sinistra di Gheddafi ci sono Vincenzo Nigro (Repubblica) e Andrea Purgatori (Corriere della Sera).
In palio, tra Tripolitania e Cirenaica c'è il controllo del Paese, e quindi dei flussi dei migranti, del gas e del petrolio, oltre che dei tesori di Gheddafi ancora congelati per volere delle Nazioni Unite. Stiamo parlando della famosa tenda sotto cui l' uomo che per 42 anni ha dettato legge, Libro verde alla mano, sulla Libia, stringeva accordi e riceveva capi di Stato. L' enorme tenda beduina con cui Gheddafi girava il mondo ora è in vendita su Internet. Lo riferisce l' emittente televisiva Al Arabiya, che ha sede a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
L' iniziativa è di un cittadino libico, Masud Al Mashai, che ne è divenuto proprietario dopo la caduta del regime nel 2011. Due anni prima, il rais fu autorizzato a piantare la sua tenda nel giardino di Villa Pamphili, a Roma; l' anno dopo, per celebrare i due anni dalla firma del Trattato di amicizia tra Italia e Libia, ne fissò i paletti nel giardino della sontuosa residenza privata dell' ambasciatore libico in Italia sempre nella capitale.
LA TENDA DI GHEDDAFI IN VENDITA
La struttura appartenuta al leader caduto a Sirte e nato, secondo i suoi racconti, nel 1942 in una tenda beduina nei pressi del villaggio di Qasr Abu Hadi (nel distretto di Sirte) si trova ora a Sud di Garian, una città a maggioranza berbera in Tripolitania. Molti dubbi circolano sui social network, a cui l'inserzionista risponde descrivendo la struttura ed esaltandone «la qualità rara, la resistenza all'acqua, il design particolare, con festoni all'interno e decorazioni geometriche, i solidi pilastri che la sostengono».
Diverse offerte, molte dalla Libia, alcune dall' estero, in particolare da Egitto e Regno Unito. Ma nessuna ha superato i 27.000 dollari, cifra alla quale Masud Al Mashai ha spiegato di non essere disposto a cedere la tenda preferendo attenderne di migliori.
La tenda di Gheddafi è stata negli anni dopo la rivoluzione al centro di diversi libri. Tra questi, due in particolare: Le prede. Nell'harem di Gheddafi (Piemme) della giornalista del Monde Annick Cojean e Mes regrets sont des remords di Frédéric Mitterrand, nipote dell' ex presidente francese François e ministro tra il 2009 e il 2012 sotto Nicolas Sarkozy.
frederic mitterrand scrive il suo memoir
La prima racconta la vita del rais, tra violenze sessuali su ragazzini e ragazzine, cocaina, whisky e viagra. Il secondo (dichiaratamente omosessuale), invece, ricorda un'intervista fatta a Gheddafi alla fine degli anni Settanta, quando faceva il giornalista: «Non sapevo fosse a geometrie variabili», dice l' ex ministro alludendo alla bisessualità del rais per poi spiegare il suo rifiuto: «Ero piccolo, totalmente in suo potere e fu complicato scappare. Voleva trasformarmi nella sua regina del deserto». Se solo Gheddafi fosse stato più giovane e più bello, Mitterrand avrebbe ceduto, come ha confessato lui stesso in un' intervista televisiva per il lancio del volume.