Lorena Loiacono per www.leggo.it
Sta succedendo di tutto, sulla scuola: a 48 ore dalla prima campanella, scoppia anche la lite sulla convocazione dei precari. Le scuole aspettano ancora di coprire le cattedre rimaste vacanti: molti istituti continuano ad avere problemi nel convocare i supplenti, alle prese con gli errori contenuti nelle Gps (le graduatorie provinciali dei supplenti, digitalizzate dalla ministra Lucia Azzolina).
A Milano, ad esempio, sono arrivare 112mila domande di iscrizione e quindi un super lavoro per gli uffici, tra questi inserimenti sono circa 3mila quelli su cui il personale ha chiesto rettifiche e aggiustamenti. Gli uffici scolastici di Milano, così come in tutta Italia, sono quindi alle prese con un tour de force da capogiro.
Nel frattempo però il tempo scorre e a poche ore dalla prima campanella i dirigenti scolastici fremono per avere il maggior numero di cattedre coperte per il primo giorno di scuola: lunedì 14 settembre.
E così ieri, come raccontato da Leggo, il direttore dell'ufficio scolastico provinciale, Marco Bussetti (ex ministro all'istruzione e predecessore dell'attuale ministra, Lucia Azzolina), ha diramato una nota rivolta ai dirigenti scolastici in cui consiglia di chiamare i supplenti dalle graduatorie di istituto, come previsto dall'art. 41 del CCNL, il contratto collettivo nazionale di lavoro, proprio per fare fronte alle necessità e alle urgenze in vista della riapertura delle scuole.
Tanti presidi hanno quindi iniziato ad utilizzare le vecchie graduatorie: già ieri e questa mattina sono stati contattati numerosi precari. Ma dal ministero di viale Trastevere è giunto il veto: tutto bloccato, bisogna aspettare le Graduatorie provinciali dei supplenti. Per ora l'ufficio scolastico non ha rettificato ma lo farà in giornata.
Nel frattempo però la stessa indicazione arriva dall'ufficio scolastico regionale del Lazio che, sempre citando l'art. 41 del contratto nazionale, indica alle scuole di utilizzare le graduatorie di istituto per coprire i posti rimasti scoperti, fino all'arrivo dell'avente diritto.
GIUSEPPE CONTE LUCIA AZZOLINA PAOLA DE MICHELI
Inevitabilmente le chat dei dirigenti in queste ore sono roventi, il tam tam da Milano a Roma è stato immediato: come devono comportarsi le scuole, oggi, per avere le cattedre coperte lunedì? Possono convocare dalle graduatorie di istituto o devono aspettare, rischiando di aprire senza maestre?
Da una grana all'altra, scoppia anche il caso termoscanner in Piemonte: per il ministero dell'istruzione la febbre non va misurata a scuola, all'ingresso, ma a casa. L'idea non piace alla Campania, che ha provveduto ad acquistare i termoscanner per gli istituti, e alla Regione Piemonte che ha deciso invece di chiedere l'autocertificazione alle famiglie dell'avvenuta misurazione della temperatura. Senza il documento, la febbre viene misurata a scuola con il termoscanner.
Su questo punto però è intervenuta la ministra Azzolina che, rivendicando la decisione di far verificare la temperatura prima di uscire di casa, ha replicato: “Potremmo impugnare il decreto della Regione Piemonte. Il ministero ha detto che le temperature vanno prese a casa perché non è giusto che studenti contagiati utilizzino i mezzi di trasporto per arrivare a scuola. E non si può a 4 giorni dall'apertura cambiare le regole del gioco. E' una questione di rispetto per le famiglie e per i dirigenti scolastici. Non escludiamo la possibilità di aprire un contenzioso con la Regione Piemonte e impugnare il decreto del presidente Cirio».
Cristiana Mangani per il Messaggero
Riapriranno a macchia di leopardo, con classi dimezzate o all' aperto: mancano le aule, vanno organizzati meglio i trasporti e il numero dei docenti è insufficiente. Si avvicina l' ora X e sarà un lunedì di fuoco. Le regioni hanno risposto in ordine sparso, e ognuna ha scelto un calendario di inizio diverso: Alto Adige e Vò Euganeo, una delle prime zone rosse d' Italia per Covid-19, hanno ricominciato dal 7 settembre.
Dal 14, invece, riprenderanno le lezioni inEmilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte,Toscana, Umbria, Valle d' Aosta e Veneto. Anche in Sicilia la data prevista di ripartenza delle scuole è il 14 settembre ma i singoli istituti, anche quelli non sede elettorale, potranno fare richiesta, per comprovati motivi, di posticipare al 24 settembre, secondo quanto stabilito da una delibera firmata dal governatore Nello Musumeci.
IN REGOLA InFriuli Venezia Giulia la scuola riprenderà il 16 settembre e in Sardegna il 22. Mentre hanno deciso di riaprire dopo le elezioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia e Campania, dove ogni giorno, il presidente De Luca alza il tiro, imponendo sempre nuove regole.
Si parte, ma azzoppati. E il Lazio diventa un caso, perché se a Roma molti istituti stanno facendo le corse per tentare di arrivare in tempo, le province hanno già deciso che non è possibile ricominciare in queste condizioni.
Scuole chiuse fino a dopo le elezioni a Rieti e a Viterbo. Latina e dintorni, stessa situazione: da Lanuvio a San Felice Circeo, a Formia, c' è chi lamenta la scarsità di aule, chi di docenti.
E proprio riguardo agli insegnanti, il fronte è ancora aperto.
Diverse scuole, infatti, hanno comunicato di non avere a disposizione il personale sufficiente, perché molti non hanno risposto alla convocazione. La ragione viene spiegata con il fatto che si tratta perlopiù di supplenti che, molto spesso, devono muoversi dal meridione per raggiungere il centro o il nord d' Italia. Magari anche solo per una sostituzione di qualche giorno. E allora, con l' emergenza legata al Covid, la maggior parte sceglie di non rispondere.
Ragione per cui, ieri, da diversi istituti italiani, e soprattutto romani, sono partite comunicazioni che dicevano più o meno così: «Pur avendo la scuola organizzato i modi, i tempi, gli spazi e i servizi per garantire l' apertura il 14 settembre, si rende nota l' impossibilità di offrire un servizio in sicurezza, considerato il limite di nominare i docenti necessari a una organizzazione che tenga conto della situazione emergenziale (si precisa che sono stati convocati 30 docenti dalle nuove graduatorie e non ha risposto nessuno). Pertanto l' apertura è rinviata».
i banchi singoli con le rotelle
A questo si aggiunge che nelle ultime ore sta montando anche la protesta degli studenti, i quali denunciano che si «è fatto troppo poco» e che scenderanno in piazza. Sono tante, d' altra parte le incognite, a partire dall' arrivo di banchi e mascherine (con il commissario Arcuri che ha assicurato che tutte le scuole le hanno), ma anche la questione dei tamponi, «E, seppure molte scuole sarebbero anche pronte - spiega Mario Rusconi, presidente dell' Associazione nazionale presidi del Lazio -, anche nel loro caso le attività riprenderanno a scartamento ridotto».
LA PROTESTA Nel frattempo, la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, ha annunciato che sono stati stanziati 50 mln per i congedi di quarantena dei genitori. Sebbene tutto questo continui a non rassicurare gli studenti: «A qualche giorno dalla riapertura ancora troppo poco è stato fatto dal governo - ha insistito l' Unione degli studenti -: mancano i trasporti, i lavori di edilizia leggera non bastano, la dispersione scolastica è alle stelle e il numero dei docenti è insufficiente. Per questo scenderemo in piazza il 25 e il 26 settembre», da soli e con la manifestazione nazionale di Roma a cui parteciperanno anche i sindacati.
Ma tra chi polemizza e chi posticipa, c' è chi cerca di pianificare con la maggiore attenzione possibile. E infatti, in Toscana, si sta decidendo di far finire i compiti in classe in quarantena: i quaderni dovranno essere toccati con i guanti per evitare il passaggio di carta tra studenti e insegnanti. All' istituto superiore Galilei di Bolzano, è stato deciso di metterli in uno scatolone per 48 ore, e dopo verranno corretti. Altri due giorni di quarantena prima di finire nelle mani dei ragazzi. Anche al Liceo Mario Cutelli di Catania è prevista la stessa procedura (sanificazione degli armadietti e custodia per 72 ore dei compiti in classe).
CORONAVIRUS SCUOLA PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA LUCIA AZZOLINA