Chiara Pizzimenti per www.vanityfair.it
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Cecile Eledge, 61enne del Nebraska, ha partorito a fine marzo la sua nipotina. La donna ha fatto da madre surrogata per il figlio Matthew e per il marito di lui, Elliot Dougherty. La sua storia è stata raccontata da network americani come la Nbc e poi riportata anche dalla britannica BBC.
La piccola Uma Louise è nata la scorsa settimana.
È stata la stessa signora Eledge, secondo quanto ha raccontato nelle interviste, a rendersi disponibile quando il figlio ha detto di voler creare una famiglia insieme al marito.
«Hanno riso tutti quando mi sono offerta», ha raccontato. Allora aveva 59 e la sua non sembrava una via realistica da perseguire, è diventata tale quando un medico ha detto alla coppia che era fattibile. Test e analisi hanno confermato che poteva portare a termine la gravidanza nonostante l’età. «Sono molto attenta alla salute, ero certa di poterlo fare».
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Il donatore dello sperma è stato il figlio, che fa l’insegnante in una scuola pubblica e 4 anni fa è stato allontanato, non senza proteste, di studenti e genitori, perché sposava un altro uomo. L’ovulo fecondato è invece della sorella dell’altro papà, che è parrucchiere. «Abbiamo sempre saputo che la nostra situazione era unica», ha raccontato il neo padre Matthew Eledge.
La nonna ha fatto sapere che la gravidanza è stata come le tre precedenti avute da più giovane, solo con i sintomi un po’ più accentuati. Appena una settimana dopo che l’ovulo fecondato è stato impiantato, anche se era stato detto loro di non farlo, hanno provato a fare un test di gravidanza. Lei non aveva visto la seconda linea rosa e pensava che l’intervento non fosse andato a buon fine, è stato il figlio a farle notare che invece tutto aveva funzionato.
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Per la coppia era l’unica via perché in Nebraska i matrimoni gay sono legali dalla decisione della Corte Suprema del 2015, ma le adozioni e gli affidi non lo sono, ed è uno stato con ancora forti discriminazioni nei confronti della comunità LGBT.
La signora Eledge ha raccontato però che le reazioni alla sua gravidanza sono state positive nonostante lo shock iniziale in particolare degli altri suoi due figli. «Quando tutti hanno visto il quadro completo, non c’è stato altro che sostegno». Non ha pensato lo stesso l’assicurazione che non ha rimborsato la gravidanza. La legge impone che sul certificato di nascita ci sia il nome della madre e lei risulta tale.
«Questa bambina ha tante persone attorno e crescerà in una famiglia che si ama. Così doveva andare e andrà», ha detto la nonna. Come lei Emma Miles, una nonna gallese di 55 anni, si è offerta come madre surrogata per sua figlia, Tracey Smith, 31 anni, nata senza utero. La Miles ha dato alla luce Evie Siân Emma Smith il 16 gennaio scorso con un parto cesareo.
Come le spiegheranno la sua non convenzionale venuta al mondo? «Le dirò che sua zia Lea ha donato un pezzo di lei», ha detto alla Nbc Matthew Eledge, «ha donato un seme per far nascere il dono della vita e che sua nonna ha messo a disposizione il giardino perché potesse fiorire».
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Secondo l’American Society for Reproductive Medicine dal 2004 al 2011 il numero di nascite da utero in affitto è aumentato del 200%. L’italiano Osservatorio sul turismo procreativo segnalava già qualche anno fa di almeno un centinaio di coppie all’anno dirette all’estero per questioni procreative. Da noi la pratica è vietata, con un articolo della legge 40, come nella maggior parte dei paesi europei, Francia, Spagna, Finlandia e Germania. In Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e Grecia sono vietati gli accordi economici esclusi i rimborsi. È possibile, con leggi diverse, in Russia (almeno 2000 bambini nel 2016), Usa, Ucraina, Grecia.