Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
«In tre anni 4 milioni di euro in nero. Adesso ho pulito un audio da mandargli, che c’è solo la voce di uno, non senti la voce dell’altro... ed è proprio del presidente che prende i soldi… Dire al giudice non mi conviene… Lo mandiamo a un giornale, audio e video… Se esce una cosa del genere, in Borsa crolla…»
Mancava soltanto questo, nell’inchiesta sul mondo ruotante attorno all’agenzia Equalize srl dell’allora presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali: il segreto di tangente carpito chissà come e brandito come arma di potenziale ricatto.
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Ma l’episodio, riportato in sintesi dalla richiesta del pm Francesco De Tommasi (non dall’ordinanza del gip Fabrizio Filice), nell’integralità del colloquio intercettato il 19 aprile 2023 tra l’ex carabiniere del Ros Vincenzo De Marzio e Samuele Calamucci (il miglior hacker dell’agenzia di Pazzali) trova un contesto più complesso: che lo rende interessante anche nel caso in cui se ne deduca più plausibile che a prendere soldi in nero fosse non un amministratore di Esprinet (la società di cui fa il nome De Marzio, colosso italiano della commercializzazione di prodotti elettronici di 400 marchi a 40.000 rivenditori clienti in Italia, Spagna e Portogallo con 800 milioni di spedizioni l’anno), ma T., il padrone (di cui qui non si farà il nome perché è morto un anno e mezzo fa e non può difendersi) di una piccola impresa di trasporti utilizzata da Esprinet per uno spicchio specifico delle proprie consegne, quelle urgenti nell’area di Milano.
[…] De Marzio è l’ex carabiniere del Ros che, transitato anche nei servizi per un anno, al momento di congedarsi (e aprire una agenzia privata di investigazioni) per la Procura si sarebbe portato l’archivio del reparto dell’Arma, con dentro i 52.811 dati estrapolati da accessi abusivi alla banca dati del ministero dell’Interno e i 108.805 atti giudiziari e documenti amministrativi indicati dal pm in una delle imputazioni comuni a Calamucci.
SAMUELE CALAMUCCI E VINCENZO DE MARZIO
Ed è proprio a Calamucci che il 19 aprile 2023 De Marzio spiega l’origine dei guai della propria società di investigazione «Neis spa» in liquidazione: e cioè «la minchiata» (un sacco di fatture false) fatta a suo dire da un collega […] che sarebbe socio in tutt’altro settore di attività di De Marzio: una piccola flotta di furgoni fornita a più strutturati operatori della logistica (come T.), a loro volta ingaggiati da società committenti.
Lungo questa catena di subappalti è quindi difficile comprendere se De Marzio millanti o meno quando vanta che qualcuno dei suoi automezzi trasporti i materiali di concerti di musicisti, «c’abbiamo tutte le cose cantanti, adesso c’abbiamo Max Pezzali, Annalisa, Renga, Nek, Mister Rain, c’abbiamo un ragazzo che sta facendo il tour Branduardi…».
[…] De Marzio aggiunge a Calamucci di essere venuto a conoscenza dal suo socio che costui retrocedeva in nero ogni mese molti soldi allo spedizioniere T. perché T. diceva che, «se volete lavorare, mi dovete dare ogni mese in nero 100.000 euro», a suo dire da destinare ai vertici della committente Esprinet una volta trattenuto per se stesso il 5%. Allora — racconta De Marzio — quando davo i soldi a T. l’ho filmato e registrato… e quindi c’ho degli audio e delle foto mentre lui ritira i soldi per quelli di Esprinet».
De Marzio lamenta che la propria società sia finita in crisi per colpa delle fatture false fatte dal socio, alle quali si è interessata la Guardia di Finanza ma che (dice) venivano fatte appunto per dare il denaro in nero preteso da T.
Costui muore all’inizio del 2023, i parenti cercano di proseguire l’attività della società, ma Esprinet chiude la commessa, e De Marzio si inalbera: «Io c’ho tutte queste prove… mi son girate le scatole e ho fatto una bella letterina anonima al presidente e al vice presidente… gli ho mandato alcune foto, loro adesso sono spaventatissimi…».
[…] Interpellata dal Corriere , Esprinet risponde di nulla sapere di queste vicende, conferma che l’azienda di T. era un fornitore ed è stata tagliata poco dopo la sua morte, afferma che i propri dirigenti non hanno mai ricevuto lettere anonime su questo tema, spiega che l’intero budget in Italia dei servizi di trasporto affidati quasi interamente a grossi operatori come Dhl o Brt ammonta a soli 9 milioni di euro, sui quali dunque margini di profitto del 3% renderebbero diseconomico pagare tangenti private di 100.000 al mese per assicurarsi appena un piccolo spicchio di consegne nell’area milanese. Ma una cosa dentro Esprinet ricordano: che T. amava vantare di avere »tanti amici carabinieri».
ENZO DE MARZIO - SAMUELE CALAMUCCI - UOMINI DELL INTELLIGENCE ISRAELIANA giulio cornelli GABRIELE EDMONDO PEGORARO