BANDIERE IN FIAMME – VIDEO: IN CANADA SONO ESPLOSE VIOLENTE PROTESTE IN VISTA DEL G7 – PER LE STRADE SI È ASSISTITO AI PRIMI LANCI DI FUMOGENI DA PARTE DEI MANIFESTANTI CHE HANNO ESPOSTO STRISCIONI E STANNO IMBRATTANDO I MURI - IL PRESIDENTE TRUDEAU HA SCHIERATO 10 MILA TRA POLIZIOTTI E SOLDATI MENTRE CRESCE LA PAURA DI SCONTRI

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Da "tg24.sky.it"

 

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Mentre Charlevoix ospita il G7 in Canada, nel vicino Quebec sono cominciate proteste e manifestazioni da parte dei contestatori, come accade puntualmente a ogni vertice tra i politici più potenti del pianeta. Diversi gruppi di persone si sono ritrovate per le strade di Quebec City con fumogeni e striscioni.

 

Alcuni attivisti hanno bruciato una bandiera canadese a Quebec City. La zona del summit è off limits quindi i manifestanti si sono ritrovati nella città canadese. Il presidente Trudeau ha schierato 10 mila tra poliziotti e soldati e si temono scontri.

 

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L’immediato perimetro intorno al Manoir Richelieu, dove si tiene il G7, è la zona rossa, quella off limits, mentre la zona verde ha un confine più ampio e richiede l’accredito per l’accesso. Un’area protetta è stata decisa anche lungo la base militare di Bagotville.

 

Tutti i gruppi di contestatori intendono manifestare a Quebec City. I più sono non violenti e puntano a discutere temi come la globalizzazione, l’immigrazione, l’ambiente, i diritti degli aborigeni ì, il razzismo. Le preoccupazioni maggiori arrivano da un gruppo che si definisce anti-g7 Resistance Network e che ha già invitato a “un giorno di disordini! A Quebec City.

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Le autorità hanno voluto garantire il diritto alla protesta pacifica riservando un parcheggio a La Malbaie, cittadina a circa 5 km dal resort del summit.  Per garantire la sicurezza e blindare ulteriormente il vertice sono state anche previste restrizioni marittime e aeree (persino i droni).

 

Al vertice del G7 partecipano, oltre al padrone di casa, Justin Trudeau, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, Angela Merkel (Germania), Emmanuel Macron (Francia), Theresa May (Gran Bretagna), Donald Trump (Usa), Shinzo Abe (Giappone).

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