BANLIEUE A FUOCO, FRANCIA IN FIAMME – AUTO BRUCIATE IN STRADA A LIMOGES E SCONTRI CON LA POLIZIA NELLE PERIFERIE NORD DI PARIGI E NEI QUARTIERI POPOLARI DI STRASBURGO, LIONE E TOLOSA – IL MINISTERO DELL’INTERNO CASTENER PARLA DI “VIOLENZE EFFETTO DEL LOCKDOWN”, MA LA VERITÀ È CHE I FRANCESI PENSANO CHE MACRON NON SIA STATO IN GRADO DI GESTIRE L’EMERGENZA: C'È IL SOSPETTO CHE ABBIA NASCOSTO LA PENURIA DI... - VIDEO

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Da “Ansa”

 

scontri con la polizia nelle banlieue 4 scontri con la polizia nelle banlieue 4

Le tensioni attuali in alcune banlieue e quartieri popolari della Francia sono dovuti «all'effetto della durezza del confinamento»: lo ha detto il ministro francese dell'Interno, Christophe Castaner, sottolineando che ci sono « diverse cause» alle violenze delle ultime notte in banlieue, in particolare, nell'hinterland di Parigi.

 

CRISTOPHE CASTANER CRISTOPHE CASTANER

Tra le cause, ha dichiarato, c'è «l'effetto di confinamento, la durezza del confinamento per questi giovani, gran parte dei giovani». «Sono piccoli gruppi che credono sia un gioco attaccare le forze dell'ordine, incendiare cestini. Non è un gioco, è rischioso prima di tutto per loro stessi».

 

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Ponendo l'accento sulle condizioni, a volte difficili, della vita in banlieue, il ministro ha sottolineato che la «risposta giusta non è spaccare o bruciare l'auto del vicino». Ha poi garantito che le forze dell'ordine intervengono «sistematicamente» per tutelare l'ordine del pubblico e ha sottolineato la necessità che il governo «accompagni i giovani». Come ieri la portavoce dell'esecutivo, Sibeth Ndiaye, anche Castaner ha «condannato» le violenze, ribadendo che «l'ordine repubblicano deve essere presente dappertutto».

MACRON CASTANER MACRON CASTANER

 

Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

Le scuole, i trasporti, le frontiere e le attività economiche, gli stock strategici di mascherine, il tracciamento dei contagi e i test: in totale sono 17 i cantieri aperti dal premier Edouard Philippe per avviare la fase due della gestione dell'epidemia in Francia. La riapertura, annunciata per l'11 maggio da Emmanuel Macron aspetta il suo piano: «tra due settimane» aveva detto il presidente il 13 aprile, «tra quindici giorni», ha ripetuto Philippe il 26, l'altro ieri fonti del Governo parlavano di «almeno un'altra settimana» per avere misure e un calendario più precisi, altri pensano che non si saprà niente prima del primo maggio.

auto bruciate in strada limoges 3 auto bruciate in strada limoges 3

 

Macron non può sbagliare. La gestione per la fase uno gli vale già molte critiche: c'è il sospetto di aver nascosto la penuria di materiale sanitario e test, l'accusa di aver tergiversato sui tempi del lockdown e un bilancio dell'epidemia che ormai supera i 20mila morti. Poco importa che altri paesi sembrano aver fatto peggio. Ieri il Financial Times ha avanzato addirittura la cifra di 41mila possibili vittime nel Regno Unito (a fronte delle 18.100 ufficiali), incrociando i dati con quelli sulla mortalità generale dell'istituto nazionale di statistica.

 

macron mascherina macron mascherina

Eppure solo il 13 per cento dei francesi pensa che il governo sia riuscito a «gestire la crisi sanitaria meglio della maggior parte degli altri paesi». «Siamo sotto pressione» hanno ammesso ieri con Le Monde fonti del governo. La pressione si sente anche nei sondaggi. In un mese gli insoddisfatti per la gestione della crisi sanitaria sono passati dal 46 al 58 per cento.

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La popolarità di Macron, sempre molto inferiore a quella dei suoi vicini, da Merkel a Conte, ricomincia a calare ed è passata dal 43 per cento di metà marzo al 39 per cento di due giorni fa. Ma è soprattutto l'umore generale della Francia a preoccupare. Sotto la cenere di un paese chiuso in casa, cova il fuoco delle tradizionali rivolte sociali: ben il 45 per cento dice di provare rabbia per la situazione, che vede ormai oltre 10 milioni lavoratori in cassa integrazione.

 

Il tradizionale fronte anti-Macron, cresciuto con la rivolta dei gilets jaunes e poi con il movimento contro la riforma delle pensioni, non ha perso vigore con l'epidemia: la sfiducia nei confronti del presidente e del suo governo sfiora il 70 per cento tra gli operai, i disoccupati e i piccoli imprenditori.

scontri con la polizia nelle banlieue 3 scontri con la polizia nelle banlieue 3

 

E arriva quasi all'80 per cento all'estrema destra e all'estrema sinistra, tra gli elettori di Marine Le Pen o Jean-Luc Mélenchon. Nelle periferie più calde la tensione comincia a uscire dal confinamento. Da quattro giorni incidenti con le forze dell'ordine si moltiplicano nelle periferie nord di Parigi, e nei quartieri popolari di Strasburgo, Lione e Tolosa.

scontri con la polizia nelle banlieue 1 scontri con la polizia nelle banlieue 1

 

L'INCIDENTE

La miccia è stata, sabato, lo scontro di un'auto della polizia con un motociclista a Viellenueve la Garenne, a nord ovest di Parigi. Ieri, una scuola elementare è stata incendiata poco lontano, a Gennevilliers. Dal suo letto d'ospedale, il motociclista ferito un trentenne con diversi precedenti giudiziari ha lanciato un appello alla calma.

 

emmanuel macron emmanuel macron

Per evitare accuse di autoritarismo e di aprire un nuovo fronte anche con l'opposizione politica, il premier Philippe ha deciso di sottoporre al voto dell'Assemblée Nationale le misure del de-confinamento e in particolare StopCovid, l'app per la gestione del contact tracing sulla quale sta lavorando il governo e che provoca non pochi malumori anche tra i deputati della maggioranza di En Marche.

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