BASTA STUDENTI ASINI: IN FRANCIA SI RITORNA A BOCCIARE! - IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE GABRIEL ATTAL ANNUNCIA L’ELETTROCHOC NELLA SCUOLA: GLI INSEGNANTI TORNANO AD AVERE IL DIRITTO-DOVERE DI BOCCIARE, LE CLASSI VENGONO DIVISE IN TRE GRUPPI A SECONDA DEL LIVELLO DEGLI ALLIEVI E L’ESAME DELLE SCUOLE MEDIE DIVENTA UNA CONDIZIONE NECESSARIA PER ACCEDERE AL LICEO – LA RIVOLUZIONE ARRIVA DOPO I DISASTROSI DATI DEL RAPPORTO “PISA” IN CUI I FRANCESI SONO AL 23° POSTO...

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Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

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È nella scuola media pubblica intitolata al grande antimoderno cattolico Charles Péguy, nato nel 1873 in modesta famiglia contadina e diventato normalista e scrittore, che il ministro dell’Istruzione Gabriel Attal, famiglia agiata e scuole sempre private, ha annunciato l’«elettrochoc», il «prima e dopo», insomma la rivoluzione nella scuola francese.

 

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Fine dell’egalitarismo post-sessantottino, dello sforzo di apprendimento collettivo e della concertazione con allievi e genitori: si torna a bocciare e per decisione insindacabile degli insegnanti, le classi vengono divise in tre gruppi a seconda del livello degli allievi (i bravi con i bravi, e così via), l’esame finale delle medie, il brevet , passa da formalità a condizione necessaria e severa per accedere al liceo.

 

«Il tasso di successo al brevet e al baccalauréat (la nostra maturità, ndr ) diminuirà nei prossimi anni», dice Attal.

«Ne sono consapevole e lo accetto. È il prezzo che dobbiamo pagare per aumentare il livello dei nostri alunni».

 

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La riforma era pronta da tempo ma è stata opportunamente lanciata poche ore dopo che l’Ocse ha diffuso il suo rapporto «Pisa» sulle competenze dei quindicenni di 81 Paesi, in matematica, comprensione del testo e scienze: i ragazzi francesi offrono risultati desolanti, arrivano al 23° posto e sono protagonisti di un peggioramento che non ha eguali negli oltre vent’anni di esistenza del «Pisa». Inoltre, secondo il rapporto, la Francia rimane «uno dei Paesi dell’Ocse in cui è più forte il legame tra lo status socioeconomico degli studenti e risultati scolastici».

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[…] bocciature più frequenti perché «è meglio colmare le lacune che trascinarsele fino alla fine», ed ecco all’interno di ogni classe i tre gruppi formati con un «test di posizionamento» iniziale. Poi, nel corso dell’anno, gli allievi potranno salire o scendere di gruppo, «l’obiettivo non è mortificare ma incoraggiare a studiare e a migliorare».

 

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Attal, 34 anni, è il più giovane ministro del governo e della Quinta Repubblica e viene considerato un possibile nuovo Macron, pronto a candidarsi nel 2027 quando l’attuale presidente non potrà ripresentarsi. […] Con questa riforma della scuola il ministro Attal asseconda la richiesta di autorità che, secondo tanti sondaggi, sale ormai da tempo dalla società francese. Dalla sua scommessa dipende il futuro di sei milioni di studenti dalle medie al liceo, e anche il destino delle sue alte ambizioni politiche.

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