LA BENZINA COSTA, MA PERCHÉ? - LE COMPAGNIE INDICANO UN PREZZO CONSIGLIATO MA NON POSSONO IMPORLO: IL GESTORE È LIBERO DI FARE COME VUOLE - POI INCIDONO ALTRI FATTORI: IN AUTOSTRADA LE CONCESSIONI COSTANO DI PIÙ ED È PER QUESTO CHE I CARBURANTI SONO PIÙ CARI. LA MODALITÀ SERVITA È PIÙ SALATA PERCHÉ SI PAGA IL COSTO DEL DIPENDENTE. INOLTRE I COSTI OPERATIVI SONO DIVERSI E DIPENDONO PER ESEMPIO DALLA VICINANZA A INFRASTRUTTURE LOGISTICHE COME I DEPOSITI E LE RAFFINERIE: PIÙ SI È LONTANI E PIÙ COSTA IL TRASPORTO…

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Estratto dell’articolo di Fausta Chiesa per il “Corriere della Sera”

 

[…] guardiamo ai dati. «L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana — ha quantificato il ministero delle Imprese — è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati». E una spiegazione l’ha data anche l’Unem, l’associazione delle imprese che della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi.

 

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«Negli ultimi 10-15 giorni ci sono stati nuovi aumenti per una serie di motivi contingenti — cali ripetuti nelle scorte Usa, fermata di alcune raffinerie in Europa, domanda abbastanza sostenuta — che hanno alimentato la tensione sui mercati spot, con quotazioni internazionali cresciute di 6-7 centesimi mentre i nostri prezzi industriali sono aumentati di meno della metà. Il comportamento delle aziende è stato più virtuoso di Paesi come Francia e Germania. Oggi il nostro prezzo industriale (alla pompa al netto delle accise, ndr) della benzina è inferiore di 4-5 centesimi rispetto a questi Paesi, con punte di quasi 7 centesimi per il gasolio».

 

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I rincari, sostiene l’Unem, coincidono con il rialzo delle quotazioni del greggio. Una spiegazione che non convince le associazioni dei consumatori. Restano differenze di prezzo, con forchette anche ampie tra quello più basso e quello massimo. Da che cosa dipendono? Posto che le compagnie indicano un prezzo consigliato, ma non possono imporlo perché il gestore sulla carta è libero, al di là della politica commerciale che lo stesso distributore vuole fare, ci sono condizioni diverse.

 

Innanzitutto in autostrada le concessioni costano di più ed è per questo che i carburanti sono più cari. La modalità servita è più cara perché si paga il costo del dipendente. Inoltre — dice Azzurra Pacces, esperta di Staffetta Quotidiana — i costi operativi sono diversi e dipendono per esempio dalla vicinanza a infrastrutture logistiche come i depositi e le raffinerie: più si è lontani e più costa il trasporto».

 

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Siamo nel libero mercato e se c’è qualcuno che esagera con i rincari basta andare dal concorrente che ha prezzi più bassi. Oltre alle App che danno la mappa nazionale, avremo presto un aiuto in più: da domani entrerà in vigore l’obbligo di esposizione del cartello che, oltre ai prezzi praticati, dovrà contenere anche il prezzo medio regionale, se sulla viabilità stradale, e il prezzo medio nazionale se in autostrada. Insomma, a parte qualche caso isolato, i rincari sono dipesi dal rialzo del greggio. Ci attendono ulteriori rincari?

 

«Le quotazioni — sostiene Massimo Nicolazzi docente di Economia delle risorse energetiche all’università di Torino — dipenderanno dall’evoluzione della domanda, in particolare della Cina». […]

 

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