Antonio Rossitto per “la Verità”
La caduta degli dei. L' ultimo a essere trafitto da accuse di pedofilia è il cardinale George Pell. Ma è solo l' ultimo, appunto. Il papato di Bergoglio è ormai costellato dalla detonazione di scandali che hanno portato, in tutto il mondo, a dimissioni e condanne di vescovi e cardinali. Bisogna «proteggere i piccoli dai lupi voraci», ha detto qualche giorno fa il Pontefice, a conclusione dell' incontro planetario «per la protezione dei minori della Chiesa».
GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Ma i lupi non sono più solo viceparroci di remote canoniche. Sono i porporati che siedono accanto a Bergoglio. Sono i suoi stretti consiglieri. Sono il faro di masse di fedeli.
Come il cardinale Pell, prefetto della segreteria economica vaticana dal 2014 fino a qualche giorno fa. Per la prima volta, un «ministro» della Santa Sede viene punito per abusi sessuali: dodici membri della giuria della County court dello stato di Victoria, in Australia, lo condannano per aver abusato di due ragazzini.
I fatti sono del 1996: Pell, «sorseggiando il vino consacrato», li avrebbe molestati in una stanza sul retro della cattedrale di San Patrizio, a Melbourne, dove era arcivescovo.
Il prelato, già indagato, s' era «autosospeso» nel giugno 2017. Adesso, però, scrive la Santa Sede, «in attesa dell' accertamento definitivo dei fatti» gli è «proibito in via cautelativa l' esercizio pubblico del ministero e il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età». Ultima speranza: il futuro ribaltamento della sentenza penale.
Com' è successo a monsignor Phillip Wilson, ex vescovo di Adelaide. A maggio dell' anno scorso è condannato in primo grado per aver insabbiato gli abusi di padre James Fletcher, negli anni Settanta.
I PORPORATI VICINI A BERGOGLIO FINITI NELLO SCANDALO PEDOFILIA
Ma a dicembre, la corte d' appello riconosce il «ragionevole dubbio». Verdetto annullato. Il Papa, intanto, s' era però affrettato a commissariare la diocesi. Così a giugno 2018, il vescovo, pur affermando la propria innocenza, s' è comunque dimesso: «Preoccupato dall' aumentare del livello di sofferenza nella comunità».
Ora anche la condanna di Pell è diventata pubblica. Anche se risale all' 11 dicembre 2018. E proprio il giorno dopo, Pell viene estromesso dal Consiglio dei nove cardinali che papa Francesco aveva scelto per coadiuvarlo nel governo della Chiesa. Ufficialmente, si tratta di «ragioni d' età». Ma, assieme a Pell, vengono esautorati altri due porporati. Tra cui il cileno Francisco Javier Errázuriz, 85 anni, il membro più anziano del Consiglio. Anche lui, inciampato nella pedofilia. È accusato di aver insabbiato violenze e molestie: in particolare, quelle di padre Fernando Karadima, abusatore seriale, ridotto da Francesco allo stato laicale il 28 settembre 2018.
Una «decisione eccezionale» spiegò la sala stampa vaticana: presa «in coscienza e per il bene della Chiesa». Ma anche straordinariamente tardiva: Karadima era già stato condannato a febbraio del 2011 dalla Congregazione per la dottrina della fede. Verdetto confermato a giugno 2012. Eppure viene spretato sei anni più tardi. E solo dopo le enormi pressioni di opinione pubblica e vittime.
Alcuni supposti correi, intanto, avevano già presentato dimissioni: probabilmente indotte. Alti prelati cileni. Una slavina di rinunce. L' 11 giugno 2018 lascia Juan Barros , vescovo di Osorno, allievo di Karadima, Cristián Caro Cordero, arcivescovo di Puerto Montt, e Gonzalo Duarte García de Cortázar, vescovo di Valparaíso. Il 27 giugno 2018, è la volta del monsignore di Rancagua, Alejandro Goic Karmelic, e dell' ordinario di Talca, Horacio del Carmen Valenzuela Abarca, altro figlio spirituale di Karadima.
Il 21 settembre 2018 tocca a Carlos Eduardo Pellegrín Barrera, vescovo di San Bartolomé de Chillán, e a Cristián Enrique Contreras Molina, ordinario di San Felipe. Tutti trafitti dal sospetto di aver insabbiato, coperto, omesso.
Negli stessi giorni, intanto, viene dimesso dallo stato clericale un altro famoso sacerdote cileno: Cristian Precht.
Uguale provvedimento, l' 11 ottobre 2018, colpisce Francisco José Cox Huneeus, arcivescovo emerito de La Serena, membro dell' Istituto dei padri di Schoenstatt, e Marco Antonio Ordenes Fernandez, già vescovo di Iquique: entrambi, ancora una volta, accusati di abusi sui minori. Con una nota del Vaticano che dettaglia: «La decisione adottata dal Papa non ammette appello».
papa francesco bergoglio con il cardinal theodore mccarrick
Più ecumenica, invece, la pena inflitta, nel 2013, a Keith O' Brien: arcivescovo emerito di Saint Andrews and Edinburgh. Viene privato dei diritti e delle prerogative da porporato. Ma O' Brien, scomparso recentemente, rimane comunque cardinale. Incolpato da quattro sacerdoti di «comportamenti inappropriati» aveva amesso le sue responsabilità. Una sorta di sospensione colpisce ora anche Gustavo Oscár Zanchetta, nominato nel 2013, proprio dal Pontefice, alla guida della piccola diocesi di Orán, a Nord dell' Argentina. Lo scorso autunno è chiamato a Roma per coprire l' inedito ruolo di «assessore» nell' Amministrazione del patrimonio della sede apostolica (Apsa). Intanto, però, in patria lo indagano per abusi sessuali. Garantismo ecclesiastico.
Come quello di cui ha goduto, per decenni, un illustrissimo porporato: Theodore McCarrick, ex arcivescovo emerito di Washington, incolpato di molestie a seminaristi e abusi su almeno tre minori. Per anni è stato tra le personalità più influenti della Chiesa negli Usa.
L' 11 gennaio 2019 viene però dimesso dallo stato clericale. Sentenza confermata lo scorso 13 febbraio: «Il Santo Padre», scrive la Congregazione per la dottrina della fede, «ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetto a ulteriore ricorso».
«Defrocked»: spretato. Ma pur sempre con ritardo e poca solerzia. McCarrick veniva già accusato nel memoriale di Carlo Maria Viganò, pubblicato lo scorso agosto in esclusiva mondiale dalla Verità.
L' ex nunzio apostolico negli Stati Uniti nel j' accuse, denuncia gli abusi di McCarrick. E i lustri di omertà sul caso. Non risparmiando strali neanche alla presunta inerzia di papa Francesco. Viganò si scaglia anche contro il successore di McCarrick alla guida dell' arcidiocesi di Washington, Donald Wuerl: «Sono assolutamente risibili», scrive nel memoriale, le dichiarazioni del prelato, che si dice all' oscuro dei precedenti di McCarrick. Intanto, viene pubblicato il report del gran giurì della Pennsylvania. Raccoglie le testimonianze di abusi sui minori negli ultimi settant' anni.
papa francesco bergoglio e il cardinale donald wuerl
Nel dossier, il cardinale Wuerl viene citato per il suo precedente incarico come vescovo di Pittsburgh, tra 1988 e il 2006. In alcuni casi, di fronte alle denunce, avrebbe voltato la testa. Così, a ottobre 2018, pure Wuerl si dimette. Un altro dei caduti nell' epoca bergogliana. Il Pontefice, in una lettera, ne elogia il gesto: un pastore che s' è immolato. Per evitare «la sterile divisione seminata dal padre della menzogna: il quale, cercando di ferire il pastore, non vuole altro che le pecore si disperdano». Pecore e lupi. La lista dei «vinti» però si allunga. La resa dei conti, in Vaticano, potrebbe essere appena cominciata.