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Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
il capo di hamas Ismail Haniyeh a doha - qatar
Follow the money, segui i soldi: «C’è uno strumento cruciale per combattere Hamas. Bisogna tagliar loro i fondi». Uzi Shaya, ex agente dello Shin Bet e del Mossad, indaga da oltre vent’anni sul sistema di finanziamento dei terroristi. […] Hamas conta su un impero economico i cui numeri sono strabilianti. «Nella Striscia entrano ogni anno circa 2 miliardi e mezzo di dollari. Eppure, c’è grande povertà. Di quei soldi alla popolazione arriva ben poco».
JAMILA AL SHANTI E GLI ALTRI LEADER DI HAMAS UCCISI DA ISRAELE
Dal solo Qatar, dice, arrivano alla luce del sole 360 milioni di dollari. Che «spesso vanno ai circa 50mila operativi e i funzionari di Hamas, che vivono con le loro famiglie al sicuro e nel lusso. La benzina, invece, se la tengono da parte, immagazzinata nei tunnel».
L’organizzazione, insiste, «preleva dagli stipendi e tassa qualunque merci che entra: legalmente da Israele o clandestinamente dall’Egitto. E da questo ricava un altro tesoretto da 300 milioni di dollari l’anno».
soldati israeliani che smantellano i tunnel di hamas 1
Non basta. A sentire l’agente, preleva trattiene pure circa 30 per cento dei 600 - 800 milioni di dollari introdotti invece dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi.
Altri fondi arrivano dall’Iran: circa 100-150 milioni che passano attraverso “money chage” libanesi o perfino malesi. E poi vengono ulteriormente “ripuliti” attraverso una serie di operazioni gestite da Istanbul, in Turchia, vero centro finanziario di Hamas.
Flussi di denaro, transitano pure dall’Europa – e dall’Italia - attraverso quelle che definisce “false ong”, […] Nelle maglie dei controlli per verificare eventuali finanziamenti ad Hamas, sono finiti dunque anche due conti italiani intestati all’ “Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese”, riconducibile all’architetto palestinese, con base a Genova, Mohammad Hannoun, accusato, senza però avere mai ripercussioni penali, di nascondere dietro al suo gruppo un sostengo economico ai gruppi di kamikaze palestinesi. […]
Un’inchiesta della procura di Genova era finita in un nulla di fatto, anche a causa della mancata collaborazione palestinese. Il primo conto presso Unicredit è stato chiuso dalla banca nel 2021, dopo una serie di segnalazioni all’Antiriciclaggio. Il secondo conto invece era presso il Credit Agricole che dopo alcuni controlli, ne ha predisposto la chiusura nel giro di pochi mesi.