Vincenzo Bisbiglia per www.ilfattoquotidiano.it
Il manager pentastellato si alza lo stipendio di quasi 30mila euro l’anno e finisce nel mirino della Corte dei Conti. I magistrati contabili del Lazio hanno aperto un fascicolo nei confronti di Stefano Brinchi, presidente dell’Agenzia Roma Servizi per la Mobilità, la società capitolina che si occupa di organizzare i trasporti in città e che, nei programmi dell’attuale amministrazione, dovrebbe raccogliere una parte dei compiti oggi affidati a Roma Metropolitane, azienda che il Campidoglio ha appena messo in liquidazione.
E proprio il segretariato generale del Comune di Roma ha chiesto ai pm di via Baiamonti di verificare la regolarità dell’operato di Brinchi: “C’è stata sicuramente buona fede, ma è probabile che la delibera non sia regolare”, confida a ilfattoquotidiano.it una fonte qualificata del Campidoglio.
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La vicenda è stata sollevata dal quotidiano Il Tempo alla fine di settembre. Brinchi, assunto nel 2010 come quadro, con l’arrivo della giunta pentastellata in Campidoglio – aveva già collaborato a lungo con il gruppo d’opposizione fra il 2013 e il 2015 – si è ritrovato, a marzo 2018, ad essere nominato presidente del cda dell’Agenzia, con uno stipendio di 69mila euro più 9mila euro di premi di produzione.
Che, va specificato, è lo stesso che percepiva da quadro. Il 21 dicembre 2018 arriva la tanto discussa delibera 33, approvata dallo stesso consiglio d’amministrazione: gli emolumenti di Brinchi passano a 96mila euro, più 12mila di premi. Per quale motivo? La giustificazione dell’azienda parte dalla nuova macrostruttura, che prevede la creazione di 7 direzioni, di cui 5 assegnate agli altrettanti dirigenti presenti in azienda e le altre 2 ad interim proprio al presidente.
Fra queste c’è la Direzione trasporto pubblico, che permette a Brinchi di passare da quadro di IV fascia a quadro di V fascia. Uno scatto di carriera autodeterminato che gli consente di ottenere un incremento in busta paga. Secondo il cda il salto è “ragionevole e fondato presupposto per derogare a quanto previsto”.
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La questione ha creato più di un imbarazzo in Campidoglio, anche perché Brinchi è un giovane manager (44 anni) molto stimato dai pentastellati capitolini, che sta seguendo personalmente alcuni progetti su cui si puntano molto a Palazzo Senatorio, come la realizzazione delle corsie preferenziali, delle ciclabili e la razionalizzazione del trasporto su gomma.
Oltre, naturalmente, a tutta la parte del bikesharing, carsharing e scootersharing, altro cavallo di battaglia del M5s a Roma, e al Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, dove si immagina la mobilità cittadina nei prossimi 10 anni e che è determinante per il buon andamento dell’iter dello stadio dell’As Roma. In una recente commissione trasparenza, Brinchi ha ribadito di essere “disponibile, in qualsiasi momento, a rinunciare sia all’indennità di funzione sia all’incremento da parametro contrattuale”. In ballo c’è anche il bilancio di Agenzia Rsm: quello del 2018 non è ancora stato approvato dal Campidoglio e la sua bozza prevede un passivo pari a circa 4 milioni di euro.
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