KHAMENEI E LA FROCIAGGINE - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
(ANSA) - Quattro persone sono state giustiziate questa mattina con l'impiccagione nel carcere Ghezel Hesar di Karaj, a ovest di Teheran, tra cui una per omicidio, che era scampata per un soffio al patibolo lo scorso aprile grazie al perdono in extremis da parte della famiglia della vittima. Lo riferiscono gli attivisti per i diritti umani.
Le altre tre persone sono state giustiziate per reati legati alla droga. La persona giustiziata per omicidio era uno studente universitario di 26 anni, Ahmad Alizadeh, che era stato arrestato nel 2018 e condannato alla Qesas (punizione occhio per occhio), anche se aveva sostenuto di aver confessato sotto tortura, riporta la ong Iran Human Rights basata in Norvegia.
Il 27 aprile Alizadeh era salito sul patibolo e il boia aveva già aperto la botola sotto i suoi piedi quando - 28 secondi dopo - la famiglia della vittima aveva gridato "perdono" tra il pubblico. In quell'occasione, il giovane - apparentemente senza vita - era stato rianimato d'urgenza. Secondo la sharia iraniana, la famiglia di una vittima può chiedere del denaro (il cosiddetto 'blood money') per risparmiare la vita del colpevole o anche decidere di perdonare.
Tuttavia, in molti casi, la famiglia del condannato non può permettersi la somma stabilita e il condannato viene giustiziato. Alizadeh, quindi, è rimasto sotto la minaccia della pena di morte in assenza di un accordo con la famiglia della vittima sul 'blood money'. Secondo l'agenzia degli attivisti iraniani per i diritti umani Hrana, dall'ottobre del 2023 all'ottobre di quest'anno sono state eseguite in Iran 811 condanne a morte (di cui quattro pubbliche), il 23% in più rispetto allo stesso periodo 2022-2023.
impiccagioni in iran impiccagione