I VIDEO DEI PESTAGGI AI DETENUTI A SANTA MARIA CAPUA VETERE - DA 'DOMANI'
A ottobre 2020, rispondendo a un’interrogazione di @riccardomagi, il ministro della Giustizia Bonafede definiva queste violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere “una doverosa azione di ripristino della legalità e agibilità dell’intero reparto”.pic.twitter.com/Tw0cayVYJt
— Luciano Capone (@lucianocapone) June 29, 2021
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Violenze in carcere: sospesi tutti gli indagati
(ANSA) - ROMA, 30 GIU - "Una volta ricevuta formale trasmissione da parte dell'Autorità Giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere dell'ordinanza di custodia cautelare, sono state immediatamente disposte le sospensioni di tutti i 52 indagati raggiunti da misure di vario tipo.
Il Dap sta valutando ulteriori provvedimenti anche nei confronti di altri indagati, non destinatari di iniziative cautelari, e ha disposto altresì un'ispezione straordinaria nell'Istituto del casertano, confidando nel pronto nulla osta dell'Autorità Giudiziaria". Lo annuncia il ministero della Giustizia a proposito delle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
alfonso bonafede francesco basentini
Violenze in carcere: Cartabia chiede approfondimenti
(ANSA) - ROMA, 30 GIU - La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha chiesto approfondimenti sull'intera catena di informazioni e responsabilità, a tutti i livelli, che hanno consentito quanto accaduto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, e un rapporto a più ampio raggio anche su altri istituti.
E, d'accordo con tutti i partecipanti al vertice di stamattina, ha assunto immediate iniziative che riguardano sia la situazione contingente sia le attività proiettate in un più lungo periodo. La ministra ha inoltre sollecitato un incontro con tutti gli 11 provveditori regionali dell'Amministrazione penitenziaria, che il Dap sta già organizzando. (ANSA)
Violenze in carcere: Penalisti, accuse gravissime
(ANSA) - ROMA, 30 GIU - "I gravissimi fatti di violenza avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, da subito denunziati dai detenuti e dai loro familiari, nonché dai loro difensori, devono essere accertati con la massima rapidità possibile.
Si tratta di una inconcepibile violazione del diritto delle persone detenute ad un trattamento rispettoso della loro persona, della loro integrità fisica e della loro dignità, oltre che del dovere delle istituzioni penitenziarie di garantire la sicurezza delle persone loro affidate, nella prospettiva del percorso rieducativo della pena voluto dalla Costituzione repubblicana".
RIVOLTA NEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Lo sostiene l'Unione delle Camere penali, secondo cui "atti di brutale violenza contro persone detenute da parte di chi ha il compito di sorvegliarne la incolumità violano in radice il principio di affidamento che la intera comunità sociale sa di dover riconoscere allo Stato".
La vicenda conferma "l'urgente necessità della profonda riforma del sistema della esecuzione penale, irresponsabilmente abbandonata sin dal primo Governo di questa legislatura, che affronti e risolva le drammatiche condizioni di vita nelle carceri dei detenuti e degli stessi operatori penitenziari, rispetto alla cui struttura organizzativa si impongono interventi urgenti per assicurare un continuo ed efficace controllo".
RIVOLTA NEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
Al tempo stesso, la giunta e l'Osservatorio carceri denunziano "l'ennesimo caso di indebita spettacolarizzazione di una indagine penale: la diffusione di foto e video dei denunciati atti di violenza -certamente raccapriccianti ed indegni per un paese civile- che hanno accompagnato l'esecuzione dei numerosi provvedimenti cautelari, prima ancora di qualsiasi forma di contraddittorio con le difese degli indagati, resta inammissibile e gravemente lesiva del principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza".
Secondo i penalisti "i diritti e le garanzie delle persone indagate restano intangibili, quale che sia l'accusa, così come deve essere ribadita la più ferma condanna di ogni forma di esposizione mediatica delle ragioni dell'Accusa. E' inderogabile principio di civiltà che il processo si celebri nelle aule di giustizia, e non sui media, e che dunque sia sempre respinta la tentazione di anticipare giudizi di colpevolezza prima ancora dell'intervento della difesa e della valutazione delle prove da parte di un giudice".
Violenze in carcere:Giuristi democratici, come a Bolzaneto
RIVOLTA NEL CARCERE DI SANTA MARIA CAPUA VETERE
(ANSA) - ROMA, 30 GIU - "E' davvero inquietante" lo spaccato di "vita carceraria" che emerge dal comunicato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di S.Maria Capua Vetere . "Tortura è certamente la parola giusta per descrivere il trattamento che un manipolo di agenti ha riservato ai detenuti che avevano 'osato'protestare per le misure restrittive della socialità imposte in carcere e per la mancata prevenzione della pandemia nel momento di maggior sviluppo e preoccupazione generale".
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Lo afferma l'Associazione nazionale dei giuristi democratici , secondo cui le frasi e le immagini dei pestaggi all'interno della Casa Circondariale di S.Maria Capua Vetere, "ai danni dei detenuti costretti a passare tra le forche caudine di agenti che li colpivano con manganelli, pugni, calci, schiaffi" "riportano alla mente quanto tutti ormai sappiamo essere avvenuto vent'anni fa a Genova, nella caserma/carcere di Bolzaneto, E, come per l'indagine su Bolzaneto (e molte altre relative a fatti di violenza commessi da pubblici ufficiali) l'ordinanza dà atto di tentativi di sviare indagini, di impedire individuazione dei responsabili, di costruire giustificazioni con accuse infondate nei confronti dei detenuti massacrati.
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E, come sempre, gran parte dei massacratori non sono individuabili, grazie all'uso degli anonimi 'mezzi di protezione' in dotazione". Va affermato oggi, "con forza, il principio per cui l'indossare una divisa non comporta alcuna esenzione dal dovere di rispettare i diritti umani, ovunque, ed a maggior ragione per chi ha l'uso legittimo delle armi, in luoghi in cui le persone sono private della libertà e della possibilità di tutela.
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Perché non è un caso che a fronte di un massacro di questa portata, le denunce dei detenuti siano state poche e sofferte, e pochissime le voci che si sono levate a condannare apertamente la violenza bruta e organizzata messa in atto da un numero spropositato di agenti. Di più- concludono i Giuristi democratici- crediamo che chi risulti responsabile di quest'ennesima mattanza debba essere quanto meno destinato a compiti che non prevedano in alcun modo la custodia di soggetti privati della libertà personale".
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