Claudia Guasco per “il Messaggero”
Una maxi inchiesta sulle curve di Inter e Milan, sui legami tra tifo violento ed estremismo politico, sull' indottrinamento dei capi nei confronti delle nuove leve. Le indagini, per ora in ordine sparso, sugli ultrà del calcio salgono di livello: il procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili, che coordina il pool antiterrorismo, ha aperto un fascicolo nel quale confluiranno tutti i recenti casi di tifo estremo. Gli scontri prima di Inter-Napoli del 26 dicembre, i legali con la curva rossonera di Enzo Anghinelli, ferito in un agguato il 12 aprile, e lo striscione Onore a Benito Mussolini esposto due giorni fa da supporter laziali aiutati dagli interisti. L' ipotesi alla quale lavora la procura è quella di associazione per delinquere.
BANDE ORGANIZZATE
Al momento sono ventinove gli identificati e nove i denunciati per la marcia su Milano organizzata dagli ultrà della Lazio, partiti all' alba del 24 aprile da Roma per mettere in scena il loro omaggio al Duce a un centinaio di metri dall' angolo di piazzale Loreto in cui, settantaquattro anni fa, venne issato per i piedi e mostrato alla folla il cadavere di Mussolini.
Sono tanti i giovanissimi che reggono quello striscione, ma a chiamare il «presente» è uno dei capi degli Irriducibili della curva laziale, Claudio Corbolotti, 53 anni, già arrestato nel 2004 per gli scontri davanti all' Olimpico durante il derby e assunto nella segreteria dell' allora sindaco di Roma Gianni Alemanno. Insieme a lui, tra i tifosi con il braccio destro alzato, finiranno nel registro degli indagati per manifestazione fascista Ettore Abramo, tra i leader della curva Nord già coinvolto in inchieste sul traffico di droga nella Capitale e promotore del volantino discriminatorio «le donne dalla decima fila in su», e altri sei laziali.
Alla manifestazione erano presenti alcuni padroni di casa interisti, gemellati con i biancocelesti: denunciato per possesso di un manganello telescopico Claudio Marra, capo dei Boys con precedenti per rissa e lesioni fuori dallo stadio, identificati gli altri due Viking noti con i soprannomi di Gavino e Tucci, molto vicini al leader Nino Ciccarelli. Il 20 marzo il capo ultrà ha incassato una condanna a tre anni e otto mesi per rissa aggravata, è stato tra i protagonisti degli scontri di Santo Stefano in cui morì Daniele Belardinelli e secondo il gip Guido Salvini che ha firmato l' ordinanza è «particolarmente pericoloso e può facilmente condizionare altri tifosi, dato che è conosciuto nell' ambiente».
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