1. “FACEVAMO L’AMORE TUTTO IL GIORNO, LEI MI HA PRESO CHE ERO UN MOCCIOSO INGENUO, MI HA INSEGNATO COME SI LECCA UNA FIGA E TUTTO SU VINI TEDESCHI E FRANCESI MAI SENTITI NOMINARE. MI HA MOLLATO DOPO TRE MESI, CON LO SCOLO”. E' QUELLO CHE RACCONTA IGGY POP DELLA CALDISSIMA NICO, AL SECOLO CHRISTA PAFFGEN, CANTANTE E MODELLA TEDESCA
2. EX MUSA DI ANDY WARHOL E DEL VELVET UNDEGROUND. ERA ALTERA, ALGIDA, BELLISSIMA. HA SEDOTTO BOB DYLAN E LOU REED. LE DUE NOTTI DI SESSO TORRIDO CON JIMMY HENDRIX (VIDEO)
3. LEONARD COHEN LE PROVO' TUTTE PER CONQUISTARLA MA LEI GLI PREFERI' IL 16ENNE JACKSON BROWNE CHE LASCIO' QUANDO NELLA SUA VITA ARRIVA QUEL PAZZO DI JIM MORRISON

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Barbara Costa per Dagospia

 

christa paffgen in arte nico philippe garrel christa paffgen in arte nico philippe garrel

Un soldato americano la stupra a 13 anni, per questo Nico cresce cattiva: non amava stare tra la gente, non parlava con nessuno, se le domandavi qualcosa ti rispondeva a monosillabi, qualora si degnasse di risponderti. Era altera, algida, bellissima.

 

Sempre in competizione con chiunque e soprattutto con gli uomini, Nico era tutto meno la bambolina bella e scema che sembrava incarnare: quella di Nico è una bellezza improducibile, nessun bisturi, nessun filler possono ambire a tanto, ma una bellezza guidata da un’intelligenza lucida, e da sapiente calcolo, e ambizione.

 

christa paffgen in arte nico mick jagger christa paffgen in arte nico mick jagger

Tutto questo non lo vedete in “Nico, 1988”, il film di Susanna Nicchiarelli, lì c’è l’ultima Nico, quella che sta per morire, non la donna che faceva strage di uomini famosi, li seduceva, li scopava, li usava, e li abbandonava appena non le servivano più.

 

christa paffgen in arte nico lou reed christa paffgen in arte nico lou reed

Da chi cominciamo? Da Herbert Tobias, il suo primo fotografo di nudo, che a 15 anni la ribattezza Nico, nome da uomo, nome rubato dell’ex amante di Tobias, il regista Nikos Papatakis, poi amante e pigmalione della stessa Nico. A 20 anni Nico è già stanca di fare la modella: vuole fare l’attrice, è nel cast de “La Dolce Vita” di Fellini.

 

Nel film Nico recita se stessa, una modella annoiata, promessa sposa di un aristocratico sessualmente bulimico: Nico è un androgino Virgilio che accompagna Mastroianni nella perdizione. Dopo il film, Nico va a New York con Papatakis, ma va pure a letto con Alain Delon e rimane incinta: Delon non vuole il figlio, dice che non è suo, al parto c’è Papatakis. L’abbandono e il ripudio di Delon fanno diventare Nico ancora più cattiva.

christa paffgen in arte nico la dolce vita christa paffgen in arte nico la dolce vita

 

Le dive non sono fatte per avere figli, il divismo non prevede altruismo ma egoismo estremo e crudeltà, Nico ci prova a fare la mamma, ma vuole sfondare come cantante, allora molla il bambino alla madre di Delon.

 

Nico conosce Bob Dylan, lo seduce, quando non serve più alla sua ambizione lo lascia e si mette con Brian Jones dei Rolling Stones. Dylan è talmente pazzo di lei che scrive un album intero su Nico, lei tramite Jones punta al manager dei Rolling Stones, debutta come cantante con un singolo suonato e prodotto da Jimmy Page. Nico si stufa di Jones, abortisce un figlio suo, torna in America e incontra Jimi Hendrix: sono due notti di sesso torrido.

 

 

christa paffgen in arte nico film andy warhol christa paffgen in arte nico film andy warhol

“La più bella creatura sulla Terra” è quello che pensa Andy Warhol quando vede Nico in un ristorante intenta a succhiare fette di arancia imbevute di sangria. Warhol vorrebbe essere Nico, vorrebbe il suo corpo magnifico al posto del suo, così sgraziato. Warhol porta Nico alla Factory, la impone come perversa star dei suoi film e cantante del gruppo rock che sta producendo, quello che ha preso il nome da un romanzetto porno trovato nella spazzatura.

 

christa paffgen in arte nico ennio guarnieri federico fellini christa paffgen in arte nico ennio guarnieri federico fellini

Lou Reed cade nella rete di Nico, vanno a vivere insieme, le canzoni del primo album dei Velvet Underground parlano di lei. Ma si litiga su chi le deve cantare, il posto di Lou nel letto di Nico lo prende John Cale, poi Nico molla entrambi per fare la solista: le canzoni gliele scrive Reed, le produce Cale.

 

Ogni desiderio di Nico è un ordine, arrivano canzoni superbe, nessuno è mai riuscito a conoscere davvero Nico ma Nico è quello che canta, è quella che ai concerti ti invita a seguirla, è la sacerdotessa che ti indica la strada che porta al peccato. Ai suoi concerti assiste Leonard Cohen, le prova tutte perché Nico ricambi il suo amore, preghiere, amuleti, incantesimi, lei gli preferisce il 16enne Jackson Browne.

christa paffgen in arte nico chelsea girl christa paffgen in arte nico chelsea girl

 

Lo lascia quando nella sua vita arriva quel pazzo di Jim Morrison: dura un mese, qui le parti si invertono, è Nico che perde la testa, è come una baccante in estasi per Dioniso: con Morrison sta nuda sui cornicioni strafatta di LSD, fanno sesso davanti agli altri, lui le dà la sicurezza inedita che si può trasformare qualsiasi incubo in versi.

 

Grazie a Morrison Nico inizia a scrivere i suoi, scava nell’oscurità e nascono canzoni inquietanti, cupe, un sesso che è solitudine, rito, cerimonia macabra. Canzoni che colpiscono cuore e ormoni di chi ascolta, Nico le incide distesa sul pavimento bevendo tequila, canta quello che è, una donna sofisticata, seducente e distruttiva, esule a se stessa e al mondo. Eroinomane.

 

 

A Nico piacevano solo uomini d’estro scintillante ma pazzi furiosi, quindi dopo Morrison tocca a Iggy Pop, ed ecco come la racconta lui: “Facevamo l’amore tutto il giorno, lei mi ha preso che ero un moccioso ingenuo, mi ha insegnato come si lecca una figa e tutto su vini tedeschi e francesi mai sentiti nominare. Mi ha mollato dopo tre mesi, con lo scolo”.

 

christa paffgen in arte nico brian jones christa paffgen in arte nico brian jones

Nico dopo i 30 anni si tinge i capelli di nero e si lascia andare lucidamente alla deriva. Diventa cattiva soprattutto con se stessa, non viene a patti con la vita, né col suo disagio esistenziale, non le importa più niente né di nessuno, meno di tutti di sé e del suo talento.

 

Va a vivere a Parigi col regista Philippe Garrel (reduce da elettroshock) in una casa senza luce, mobili, nulla. Persi nelle droghe, girano 10 film. Nico torna a New York, sta tre giorni chiusa in casa con un allucinato Lou Reed, al Chelsea Hotel finisce quasi strangolata dal musicista Lutz Ulbrich, un’altra volta è lei che tenta di accoltellare il suo manager.

christa paffgen in arte nico andy warhol christa paffgen in arte nico andy warhol

 

Tra tutti questi casini, continua a fare dischi, concerti, mai concesso nulla ai fan, tra una sigaretta e l’altra se il pubblico la contesta dice: “Vi ammazzerei tutti”. Sparisce per anni, torna, sparisce di nuovo, compone canzoni bellissime, fa una buona cover dell’ostica “The End” dei Doors, quella di “padre voglio ucciderti, madre voglio scoparti”, i versi dell’Edipo Re di Sofocle rinato in Morrison, il germe della civiltà occidentale, l’autobus blu che porta via la giovinezza, mai le nostre eterne paure.

 

Niente turba, tocca, sfiora l’imperturbabile Nico, che dopo i 40 anni è sempre più orribile a vedersi, una strega grassa dai capelli grigi, i denti guasti, lo sguardo assente, la pelle rovinata dalla droga.

 

Ho perso il conto di tutti gli artisti che hanno eletto Nico loro fonte d’ispirazione: è suo “Berlin” di Lou Reed, suo “Heroes” di Bowie, suoi i versi di Patti Smith, dei Joy Division, di Robert Smith. C’è Nico in Billy Corgan, Brian Molko, c’è Nico in Björk. In Tori Amos. Nico è stata musa e dannazione ancora per Philippe Garrel per il suo “J’entends plus la guitare” (Leone d’Argento a Venezia), lo è oggi e lo sarà in futuro per chissà quanti altri, perché Nico è quello che è sempre stato l’anagramma del suo nome.

 

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