Mirko Polisano per “Il Messaggero”
lo stadio dove era nascosta la droga
Il campo da calcio in periferia trasformato in una centrale dello spaccio. Accade a San Francesco di Acilia, all'ombra della via del Mare che collega Ostia con la Capitale. In un quartiere dove noia e droga vanno a braccetto: è qui che la polizia del commissariato Prati ha scoperto un traffico di sostanze stupefacenti.
Il blitz è scattato nell'impianto sportivo di via Ludovico Buglio dove si allenava - fino allo stop causa Covid - la squadra di calcio locale: la Città di Acilia (ex Procalcio Acilia) del quartiere San Francesco.
i lavori per il campo di calcio di acilia
Nell'infermeria della struttura, gli agenti - agli ordini del dirigente Filiberto Mastrapasqua - hanno trovato il presidente della società, M.M. di 56 anni e un 49enne in possesso di droga e con materiale utile per il confezionamento e taglio della sostanza stupefacente. Il 49enne all'interno della tasca dei pantaloni aveva occultati circa 110 grammi di cocaina e un coltello a serramanico con lama in acciaio, mentre il 56enne aveva con se oltre mille euro.
IL GIRO
Il materiale presente all'interno dell'infermeria, tra cui anche un bilancino di precisione, un frullatore intriso di sostanza stupefacente e del mannitolo, sostanza da taglio, riconducono a una fiorente attività di spaccio organizzata. Inoltre nel locale adibito a segreteria utilizzato dal presidente, è stata rinvenuta una pistola ad avancarica e munizioni per armi da fuoco automatiche illegalmente detenute, nonché diverse armi bianche, tra cui un machete di grosse dimensioni.
CONCESSIONE A RISCHIO
Il presidente già in passato «era stato visto entrare in campo e aggredire gli arbitri durante le partite», racconta uno dei residenti. Nessuno, però, al X Municipio, ha mai controllato a dovere, né ha avuto la forza di revocare la concessione. I poliziotti hanno scoperto infatti che l'uomo, a fronte di una quota minima versata al municipio per l'utilizzo del campo (circa 100 euro al mese), ne percepiva quasi 4 mila dalla società alla quale aveva subaffittato la gestione dell'attività sportiva, e che nulla ha a che vedere con lo spaccio e le attività criminali.