Fiorenza Sarzanini per il "www.corriere.it"
Sono tre le inchieste avviate sul coro della cappella Sistina. E la più insidiosa riguarda il maestro Massimo Palombella, accusato di maltrattamenti dai genitori dei «pueri cantores», i bimbi che cantano durante le celebrazioni presiedute dal Papa nella basilica di San Pietro ma anche in giro per il mondo.
Una relazione coperta dal segreto è stata consegnata a padre Georg Gänswein, prefetto della casa pontificia da cui dipende il coro, e al segretario di Stato Pietro Parolin dal nunzio apostolico Mario Giordana che aveva svolto gli accertamenti interni.
Proprio mentre una segnalazione dell' autorità finanziaria denunciava irregolarità dello stesso Palombella e del direttore amministrativo Michelangelo Nardella che ora devono rispondere di riciclaggio, peculato e truffa aggravata.
Non solo. Nardella è sotto procedimento disciplinare anche per aver «falsificato» una lettera di papa Francesco. E tanto basta per comprendere quanto rumore stia suscitando l' indagine all' interno della Santa Sede, soprattutto dopo gli ultimi scontri provocati dall' attacco contro il Pontefice di monsignor Carlo Maria Viganò.
Nel documento del nunzio Giordana sono elencate le denunce delle mamme dei piccoli coristi su «metodi rudi e ingiurie». Genericamente si parla di «abusi» ma al momento non c' è alcuna evidenza che si tratti di molestie sessuali.
Nei mesi scorsi numerosi casi di aggressioni verbali erano stati segnalati alla segreteria di Stato e si è deciso di intervenire proprio per stabilire quali siano i metodi utilizzati dal maestro e che tipo di danno sia stato causato ai ragazzini.
Ma anche capire se dietro queste denunce possano celarsi problemi nei rapporti con i minori che non sono ancora emersi. Per questo sono in corso le verifiche ed è possibile che anche su questo aspetto si decida di coinvolgere l' ufficio del promotore, proprio come è accaduto per l' inchiesta sulla gestione contabile del coro che potrebbe portare a clamorosi sviluppi già nei prossimi giorni.
A luglio Palombella e Nardella sono stati interrogati sull' esistenza di un conto aperto presso una banca italiana dove hanno dirottato una parte dei soldi a disposizione del coro. I due non hanno negato di avere a disposizione questo deposito e Nardella, assistito dall' avvocato Laura Sgrò dello studio legale Bernardini De Pace, ha dichiarato che si trattava di un' esigenza per soddisfare le varie incombenze, visto che altrimenti non sarebbe stato possibile gestire la cassa.
Secondo la sua versione era un modo per snellire la procedura in modo da non chiedere l'autorizzazione alla casa pontificia, ma in questo modo la procedura risulta molto lenta. Di fronte alle contestazioni sul fatto che abbiano nascosto alle gerarchie ecclesiastiche questo conto, Nardella è passato al contrattacco sostenendo che negli anni sono stati emessi in favore della casa pontificia diversi assegni circolari provenienti proprio da quel conto corrente e dunque non è possibile che non si sapesse. E l' avvocato Sgrò ha specificato che ogni «entrata» è stata utilizzata per il coro della Sistina.
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In particolare si è scoperto che in occasione di un convegno di medici, gli organizzatori avevano chiesto a Nardella una lettera di saluto del Papa. La segreteria di Stato aveva rifiutato e Nardella aveva comunque autorizzato l' utilizzo di un' altra missiva - inviata a un altro convegno che si era svolto qualche settimana prima - cambiando qualche parola. Una falsificazione che gli è costata il posto e potrebbe avere ulteriori conseguenze.
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