Estratti da corriere.it
Controlli su 80 dentisti, 33 milioni di euro sottratti a tassazione e cinque milioni di euro sequestrati, come presunto profitto di dichiarazione fraudolenta per gli anni dal 2016 al 2020. Sono i numeri dell'operazione che vede indagati 47 odontoiatri, nell'ambito delle indagini della guardia di finanza di Bari che coinvolgono tutte le province di Puglia e Basilicata.
Gli accertamenti, partiti dopo una verifica fiscale della finanza nei confronti di un odontoiatra con studio nella provincia di Bari, hanno consentito di individuare in un ingegnere informatico l’ideatore e il fornitore di un software gestionale con il quale era possibile tenere una contabilità parallela, ostacolando così l’attività di accertamento dell’amministrazione finanziaria.
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L’ingegnere, come emerso, avrebbe anche creato delle chat con i professionisti nelle quali faceva riferimento alla contabilità ‘black’ e invitava i suoi clienti alla prudenza. In alcune di queste chat, come scrivono i finanzieri, «si fa riferimento alla necessità di contabilizzare i pagamenti delle prestazioni sanitarie ‘in chiaro’ o ‘in nero’ a seconda che il cliente richieda o meno la fattura».
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Netto il monito del procuratore di Bari, Roberto Rossi. «Invitiamo i cittadini - ha detto nel corso di una conferenza stampa - a chiedere sempre ricevute e fatture. Si pensa che non facendolo si risparmi, ma non è così, perché» i pagamenti a nero «provocano un effetto sul sistema globale. Sono debiti che lasciamo ai nostri figli. Un recupero da 33 milioni di euro come quello di oggi, in concreto, vale un ospedale».
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