Lettera a Natalia Aspesi su “il venerdì – la Repubblica”
Ho un padre meraviglioso che mi rende la vita facile e serena. Vado molto più d'accordo con lui che con la mamma. Ha affrontato con me i momenti incasinati della mia adolescenza, mi sta aiutando negli studi, parliamo di tutto. Tranne che di lui. Della sua omosessualità. Il suo segreto che tutti conoscono, a cominciare da mia madre.
Eppure lui continua a comportarsi come se non lo fosse, ed esagera nel parlare di donne. Io naturalmente l'ho capito presto e sono situazioni di cui a noi giovani non importa proprio niente.
Ma a me dispiace che si nasconda persino con me, il che mi fa pensare a quanto lo faccia soffrire il non accettarsi. È da tanto che vorrei parlargliene ma non oso, ho tentato ma non ci sono riuscita. Cosa fare?
Risposta di Natalia Aspesi
Conosco la situazione, io ho un amico cui voglio molto bene, sposato e con ben tre figli piccoli, posso dire vistosamente gay, che si comporta come uno sciupafemmine. Non con me ovvio. Non sarebbe importante, se non fosse appunto che tra di noi c'è sempre questa sensazione di inganno, penso che lo percepisca anche lui, per di più inutile, su qualcosa di cui a me non importa niente.
Anche io non risolvo il problema perché temo di ferirlo e di perdere la sua amicizia per la mia incauta intrusione nella sua intimità. Quindi mi spiace, non me la sento di aiutarla a scegliere. Forse però è giusto che sia suo padre a decidere, magari incoraggiandolo un po': non so come però. Mi perdoni.