Riceviamo e pubblichiamo:
Era stata presentata come la notizia dell’estate soprattutto da parte di quell’informazione abituata a vestire di giornalismo d’inchiesta il semplice mettere in italiano degli atti giudiziari che vengono fatti emergere per dare forza all’indagine e celebrare il processo prima che si arrivi, ammesso e non concesso che ciò accada, in aula di tribunale. Poi, purtroppo o per fortuna, a seconda dei punti di vista, è spuntata la storia delle corna nell’alta borghesia piemontese e praticamente non c’è stata più partita, il caso del dossieraggio sui politici ha perso posizioni nella classifica delle notizie.
Una guerra tra investigatori fedeli a diversi schieramenti politici, collegati ai soliti giornali che agiscono, diciamo, in concorso esterno se vogliamo ricorrere a un reato che nel codice è inesistente ma fu creato dalla giurisprudenza. Cioè da una magistratura che nella storia di questo paese è sempre stata a caccia di scorciatoie per facilitarsi il lavoro, dai “pentiti”, alle intercettazioni fino al mitico trojan, mezzo in grado di sconvolgere la vita delle persone e pure di manipolare le parole audite.
Per ora sotto i riflettori c’è un tenente della Guardia di finanza distaccato alla Direzione nazionale antimafia in un gruppo di lavoro che si occupava di visionare e analizzare lo sviluppo delle “Sos” le Segnalazioni di operazioni bancarie sospette. Il diretto interessato sostiene di aver operato con correttezza e di non aver violato alcuna regola.
frank cimini -foto di Giovanni Tagliavini
Sui giornali era già finita la notizia dell’attuale ministro della Difesa, Guido Crosetto, che aveva incassato legittimamente un paio di milioni per la sua consulenza nel ramo delle fabbriche di armi. Crosetto presentava una denuncia ipotizzando la fuga di notizie relative a informazioni destinate a restare riservate, con dossieraggi utili a influenzare la composizione del governo che stava nascendo.
L’indagine nata a Roma è stata spostata a Perugia perché potrebbero esserci di mezzo magistrato in servizio nella capitale. Se ne occupa il procuratore Cantone, che dice di aver già sentito diverse persone. A Perugia dove la loggia Ungheria evaporò nonostante lo stesso capo dei pm avesse dichiarato che non tutte le parole dell’accusatore Piero Amara erano sembrate inattendibili.
In realtà c’è molta nebbia. Di rilievo penale per ora poco. Politicamente si può senz’altro parlare di conflitto di interessi da parte di chi si occupa di armi e poi fa il ministro proprio alla Difesa. Come Daniela Santanche’ al Turismo con le quote del Twiga appena passate al suo compagno di vita. Si tratta di vicende politiche che finiscono in mano alla magistratura, una storia infinita da molto tempo in qua. Il regolamento di conti per via giudiziaria. Tutto finisce in Tribunale. Dove minaccia di voler andare pure la signora di Torino accusata in un party di aver cornificato il suo uomo.
Frank Cimini