1 - “NON BALLO PER DONALD”, LA RIVOLTA DELLE BALLERINE
Da “la Repubblica”
Si esibiranno per Trump allo “inauguration day” ma solo su base volontaria: finisce così la saga delle Rockettes, la storica compagnia di danza che intrattiene New York dal 1932. Dopo aver incassato il rifiuto di star come Celine Dion e i Kiss, il neoeletto presidente aveva tentato di ingaggiare le performer per la cerimonia del 20 gennaio. L’ipotesi è rimbalzata sui social e ha scatenato le polemiche: alcune ballerine, come Phoebe Pearl, si sono dette «imbarazzate» e «contrariate». Poi la comunicazione ufficiale della compagnia: nessuna di loro sarà obbligata a danzare per Trump, «solo quelle che lo vorranno».
2 - TURCHIA, ARRESTATO CUOCO. AVEVA DETTO: "NON SERVIREI UN TÈ A ERDOGAN"
Dopo il fallito golpe del 15 luglio, in Turchia qualsiasi dichiarazione contro il presidente Recep Tayyip Erdogan, può portare in carcere. Basta anche dire: "Non gli servirei mai un tazza di tè". È quanto ha scoperto il cuoco del quotidiano d'opposizione
Cumhuriyet, ripetutamente finito nel mirino delle autorità, da ultimo con l'arresto la scorsa settimana di 10 reporter. Il cuoco della mensa del quotidiano, Senol Buran, è stato arrestato il 24 dicembre per oltraggio ed è ancora sotto custodia.
Il 'crimine' è stato commesso da Buran mentre stava andando a lavorare il giorno della vigilia di Natale. Dopo essersi trovato la strada sbarrata dalla sicurezza perché il presidente turco stava tenendo un discorso Buran si è sfogato con un agente di polizia: "Non servirei neanche una tazza di tè a quell'uomo". Il quotidiano ha provato a prendere le sue difese ma non ha ottenuto nulla.
L'ex direttore di Cumhuriyet, Can Dundar, scampato perfino a un tentativo di assassinio, è scappato in Germania in attesa dell'esito del processo di appello contro la condanna a 5 anni e 10 mesi di reclusione per aver rivelato segreti di Stato. È accusato di aver pubblicato la notizia della consegna di armi da parte dei servizi segreti turchi a formazioni jihadiste in Siria. Dundar, che si è dimesso da direttore e continua solo a scrivere come editorialista, è ricercato dalla giustizia turca che ha spiccato contro di lui un mandato di cattura internazionale.