Estratto dell’articolo di Sandro De Riccardis e Fabio Tonacci per www.repubblica.it
A giudicare dalla libertà di cui Artem Uss ha potuto godere durante i domiciliari, la domanda da porsi non è tanto come abbia fatto a scappare, piuttosto perché ha aspettato tanto a farlo.
Al russo ricercato dagli Stati Uniti sono stati lasciati i telefoni, l'accesso a Internet, la possibilità di incontrare persone, di movimentare denaro, di ospitare per un mese la sorella nella casa di lusso di Basiglio affittata dalla moglie e individuata dalla Corte d'Appello di Milano come luogo di detenzione.
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Tre mesi e venti giorni di arresto dorato fino al 22 marzo scorso quando, saputo che l'avrebbero estradato, Uss ha spaccato il braccialetto elettronico, si è fatto venire a prendere in macchina e portare in Slovenia.
Dunque, a conti fatti e con Uss a Mosca, suona imbarazzante la risposta che il ministro Carlo Nordio a dicembre ha dato al dipartimento di Giustizia americano che aveva scritto al governo italiano segnalando "l'altissimo pericolo di fuga" ed esprimendo perplessità sulla decisione della Corte. "Nell'ordinamento italiano la misura cautelare degli arresti domiciliari - che nel caso di Artem è resa più sicura dal braccialetto elettronico - è in tutto equiparata al carcere", sostenne Nordio.
Non risulta però che in carcere i reclusi possano utilizzare il servizio di videochiamata Teams come faceva Uss […]. Il 40enne parlava non solo con gli avvocati, russi e americani, […] ma anche con il padre Alexander, governatore della regione siberiana di Krasnojarsk ed esponente di Russia Unita, il partito di Putin. […]
Uss ha inoltre avuto a disposizione i suoi telefoni e le sue carte di credito per oltre tre mesi. Nonostante una prima richiesta di sequestro da parte Usa, al momento del fermo a Malpensa a Uss non vengono sequestrati né i due cellulari, né le carte che aveva con sé.
LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI
Il 2 dicembre, quando viene scarcerato e trasferito nell'appartamento di Basiglio, tutto gli viene restituito. Sarà solo dopo una rogatoria degli americani che gli verranno tolti, il 13 marzo. Su questa strana tempistica la procura generale ha chiesto lumi ai colleghi della procura, anche perché dopo il 13 marzo, pare che Uss abbia continuato a usare un cellulare.
Dall'indagine sulla fuga condotta dai carabinieri emerge poi che quel "radicamento in Italia" alla base del provvedimento della Corte d'Appello sia più di forma che di sostanza. Artem Uss non ha mai vissuto nel nostro Paese. Nel giugno 2022 la moglie Maria Yagodina ha acquistato in regime di comunione dei beni l'appartamento di Basiglio come prima casa, dichiarando di trasferire entro 18 mesi la residenza nello stesso Comune. Al momento della richiesta di domiciliari, la casa era ancora in ristrutturazione e gli avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis hanno informato i giudici che Yagodina aveva affittato un'altra casa nello stesso complesso immobiliare, in via Cascina Vione. In realtà la presenza dell'imprenditore russo in Italia sarebbe stata limitata negli ultimi anni a pochi viaggi di una settimana o poco più. La moglie, ancora meno di lui.
IL BRACCIALETTO - LA FUGA DI ARTEM USS VISTA DA GIANNELLI LA VERA FOTO DI ARTEM USS ROTTA JET MILITARI AMERICANI DECOLLATI DOPO LA FUGA DI ARTEM USS YURI OREKHOV