Estratto da “La cortina di vetro”, di Micol Flammini (ed. Mondadori – Strade Blu)
[…] Da giovane, Suskevic si era sempre tenuto distante dalla politica, eppure la sua vita ha incrociato per ben due volte le dinamiche mondiali. La prima fu quella battuta di caccia che determino la caduta dell’Unione Sovietica e la seconda fu quando gli venne ordinato di insegnare la lingua russa a un americano, un ex marine che si era trasferito in Unione Sovietica.
Si chiamava Lee Harvey Oswald e, una volta arrivato a Mosca, aveva chiesto la cittadinanza sovietica: gli fu negata. Aveva espresso il desiderio di studiare all’Universita di Mosca e fu mandato a lavorare in una fabbrica a Minsk: addetto alla catena di montaggio della Garizont, una fabbrica che produceva radio e televisori.
Suskevic aveva imparato qualche parola di inglese e gli incontri con l’ameri- cano si tenevano in presenza di agenti del KGB. Il ragazzo, invece, non imparava il russo, ma stabilirono che sarebbe potuto rimanere lo stesso, anche se lo zelo sovietico non era supportato ne dalla dedizione allo studio ne da una sufficiente curiosita per il mondo dell’Est.
Continuo a lavorare a Minsk, si sposo con una studentessa di farmacia e i due andarono a vivere in un appartamento in centro, lussuoso per essere l’abitazione di un semplice operaio.
Il prezzo che Oswald doveva pagare per tanta comodita era la sorveglianza, le pareti erano estremamente sottili e dall’appartamento accanto un agente dei servizi segreti teneva costantemente sotto controllo la coppia, ogni parola, ogni litigio, e poteva anche osservarli attraverso uno spioncino che offriva la visuale della camera da letto.
L’appartamento si trova ancora oggi in un palazzo lungo Prospettiva dell’Indipendenza e non si puo visitare; al suo interno vive una famiglia non si sa quanto consapevole del suo passato e del fatto che fosse la residenza dell’uomo che anni dopo avrebbe ucciso il presidente americano John Fitzgerald Kennedy.
Oswald si era stancato dell’Unione Sovietica, di un lavoro mal pagato e dell’assenza di discoteche, piste da bowling e night club, e nel 1962 torno negli Stati Uniti con sua moglie e la figlia appena nata. Di lui Suskevic aveva detto che gli era sempre sembrato un sempliciotto: «L’omicidio del presidente Kennedy era al di sopra delle sue capacita. E se davvero e stato lui, qualcuno deve averlo aiutato. Ne sono fermamente convinto».
MICOL FLAMMINI - LA CORTINA DI VETRO
Il primo presidente della Bielorussia indipendente e morto il 3 maggio 2022, a pochi giorni di distanza da Leonid Kravcuk e diversi mesi prima di Michail Gorbacev. Nonostante la guerra, l’ucraino e stato commemorato con sentiti funerali di Stato, al bielorusso non e stato riservato alcun onore presidenziale, mentre al russo sono state destinate esequie controverse, proprio come e percepita la sua figura in patria. I tre parteciparono alla costruzione di un nuovo mondo, che non a tutti sarebbe piaciuto. […]
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