CHE SÒLA RITROVARSI SOLI - I SINGLE, CON LE MISURE PER IL CONTENIMENTO DEL CORONAVIRUS, DAL DISTANZIAMENTO AL DIVIETO DI ORGANIZZARE EVENTI, SONO STATI I PIU' DANNEGGIATI. E NON STUPISCE CHE, IN TEMPO DI LOCKDOWN, IL 60% DEI SOLITARI SOGNI DI AVERE UN RAPPORTO STABILE - CI SI ARRANGIA CON IL COSIDDETTO "SLOW DATING": LUNGHE TELEFONATE E APERITIVI VIRTUALI…

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Valeria Arnaldi per “il Messaggero”

 

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Single per scelta. Soli, in era Covid, per decreto. Il Singles' Day, festa dei single nata in Cina e diffusasi nel mondo, oggi accende i riflettori sulle nuove abitudini dei single, che, con il lockdown e, in generale, le misure per il contenimento del coronavirus, dal distanziamento al divieto di organizzare eventi e via dicendo, sono diventati più soli.

 

Almeno all' apparenza. A ben guardare, indagando tra monitor, smartphone e chat, gli italiani non in coppia hanno riscoperto l' amore e lo hanno fatto con il piacere di nuove lentezze. La conferma, numeri alla mano, arriva da Meetic, vero e proprio riferimento per il dating online, che, con la doppia indagine Love Economy/Love Evolution, ha rilevato cambiamenti di abitudini e aspirazioni dei suoi utenti in questo periodo.

 

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Da un sondaggio sugli effetti del lockdown, condotto su 7300 single della community italiana, è emerso che il 60% sente la necessità di vivere una storia seria, bisogno cresciuto nella quarantena, come sottolineato dal 17%.

 

Nel 2014, il dato si fermava al 42%. Nessun problema per la distanza. Il peso dell' astinenza è stato sentito appena dal 23%. Il 45% si è detto pronto a innamorarsi virtualmente prima dell' incontro reale. E il riscontro è arrivato nella realtà, con la nascita di molte coppie. In lentezza.

 

A vincere, infatti, è stato il cosiddetto slow dating, ossia un approccio più lento, con maggiore attenzione per le fasi iniziali della conoscenza, senza la fretta di avviare una relazione. Largo dunque a lunghe telefonate, intensi scambi di messaggi, videochiamate di ore, la sera, per farsi compagnia o magari condividere, seppure distanti, una cena e così via.

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L' agenda sentimentale ha riscoperto i tempi del corteggiamento.Il 29% ha dedicato più tempo allo studio dei profili di potenziali partner. Il 12% ha dichiarato di aver avviato rapporti più intensi e profondi durante l' isolamento, il 33% delle donne dice di aver apprezzato l' avvicinamento graduale.

 

Per il 63% degli intervistati il lockdown ha fatto bene al primo appuntamento. E, forse, in generale, ai sentimenti. Il 57% ora si aspetta rapporti più sinceri. E seri, appunto. Un desiderio di molte persone. Anzi, sempre di più.

 

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L' indagine incorona l' Italia come paese europeo con la maggiore percentuale di dater attivi tra la popolazione adulta. Si tratta del 19,8%. Sono aumentati i single. E sono cresciuti pure gli appuntamenti: nel 2016, la media era di 25 l' anno, nel 2020 si stima un rialzo del 40%. Il 19% negli ultimi mesi ha preferito ricorrere alla videochiamata per conoscersi. Sarà anche per questo, forse, che i dater italiani in Europa sono quelli che spendono di più in abiti, parrucchiere, beauty, destinando a farsi belli il 25% del budget per la prima uscita insieme.

 

 

Si spende qualcosa in più per essere soddisfatti allo specchio - e adesso soprattutto piacersi nello schermo - e si risparmia sullo scenario dell' incontro, con la cena sostituta da un aperitivo. I primi appuntamenti, appena possibile, si sono tenuti perlopiù all' aperto. E ora si guarda avanti. Il matrimonio, sogno del 19% dei single nel 2014, adesso lo è appena per il 10%. Le nozze non sono più ritenute una prova della serietà dei sentimenti. Vale di più, forse, l' attesa.

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