1. CHEF BEN ALTRO
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Appena ha saputo che Liliana Segre lo aveva denunciato per le minacce ricevute online, Chef Rubio è tornato ad attaccarla, imputando alla senatrice a vita di non essersi mai pronunciata sui crimini commessi dall'esercito israeliano ai danni dei palestinesi.
Come se, in quanto ebrea, soltanto una presa di posizione contro la politica di Israele la legittimasse a parlare in pubblico dell'Olocausto. Con la stessa logica, Chef Rubio avrebbe stroncato «Se questo è un uomo» perché Primo Levi si era limitato a raccontare i lager, tacendo sulla ricchezza dei Rothschild.
Il benaltrismo - quel modo distorto di ragionare che rinfaccia agli altri di non indignarsi per ogni cosa, col bel risultato che non ci si indigna più per niente; quell'artificio dialettico per cui a qualsiasi interrogativo scomodo si risponde con un altro e, rimasti a secco di domande, si esclama «e allora il Pd?»; il benaltrismo, dicevamo, quest' anno ha toccato vette insuperabili.
Basti pensare a coloro che, pur di svicolare dalle responsabilità dei russi nella guerra in Ucraina, si chiedevano perché si parlasse così poco di quella nello Yemen. Se «i silenzi di parte» fossero «odio», come dice Rubio, potremmo applicare il benaltrismo anche a lui e chiedergli qual è stata l'ultima volta in cui ha difeso i diritti di qualcuno di cui non condivideva l'ideologia. Ma ce ne guardiamo bene, certe schermaglie fanno parte del gioco. Vorremmo solo proporgli di fissare un limite al benaltrismo, evitand o di applicarlo alle vittime del nazismo.
2. LA CUCINA DELL’ODIO
Grazia Longo per “La Stampa”
Alla notizia di essere tra i 24 denunciati da Liliana Segre per gli insulti e le minacce subite online, per i messaggi di odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte, lo chef Rubio risponde in maniera piccata. Il 39enne cuoco di Frascati, ex rugbista, all'anagrafe Gabriele Rubini, preferisce non buttare acqua sul fuoco. Invece di smorzare la polemica, alza i toni e si schiera all'attacco. Tutto rigorosamente, come sua abitudine, attraverso i social media, Twitter in testa.
IL TWEET DI CHEF RUBIO CONTRO LILIANA SEGRE SEGNALATO ALLA MAGISTRATURA
Ecco dunque che, ieri, lancia la prima stoccata: «Chiedere a Liliana Segre di denunciare i crimini della colonia d'insediamento israeliana e dell'esercito nazista che da 74 anni porta avanti la pulizia etnica del popolo nativo palestinese (semita) sarebbe incitare all'odio? I silenzi di parte sono odio, non chi resiste».
Poi, includendo nella rete delle critiche anche i giornalisti, precisa di non aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia: «Volevo informare la mafia sionista che mi perseguita ormai da quasi dieci anni che qui a Frascati ancora non è arrivato nulla, quindi mi fa piacere sapere che tutti i sionisti grazie alla loro rete capillare siano arrivati a saperlo prima ancora del sottoscritto».
Già ad aprile il conduttore delle trasmissioni Unti e Bisunti e Camionisti in trattoria - che sui social ha centinaia di migliaia di follower - aveva attaccato Segre, accusando la senatrice di restare in «silenzio sistematico» «nei confronti della pulizia etnica che il popolo palestinese sta subendo». Fra i 24 denunciati da Liliana Segre, 92 anni, sopravvissuta all'Olocausto, vi sono anche No Vax, simpatizzanti filorussi, antisemiti.
TWEET ANTISEMITA DI CHEF RUBIO
Più volte bersaglio di messaggi di odio online, lo scorso 9 novembre Segre aveva annunciato la propria intenzione di rivolgersi alla magistratura. Durante il forum nazionale delle donne ebree d'Italia a Milano aveva detto: «La vita mi ha insegnato a essere libera e senza paura, nonostante io sia la più vecchia d'Europa obbligata alla scorta per tutti gli insulti e gli improperi e le minacce di morte che mi vengono fatte anche perché sono vaccinata, e non sono una No Vax. Non più tardi di ieri mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona».
Qualche giorno più tardi, Segre, al memoriale della Shoah, a Milano, aveva avuto parole amare per la sua condizione di donna costretta a vivere sotto protezione: «Sono la più vecchia in Europa, a 92 anni, ad avere la scorta: per via dell'odio antisemita ho ancora bisogno di essere protetta. Questa credo sia una grande vergogna del mondo che mi circonda».
Ma evidentemente Chef Rubio segue altri pensieri. La sua principale preoccupazione è difendere la propria posizione. «Che poi mi chiedo - scrive su Twitter - come mai solo 24 denunciati e di questi denunciati 23 sono fake account che augurano la morte di #LilianaSegre e l'unico reale è il mio che ha avuto la sfrontatezza imperdonabile di chiederle del perché dei suoi sistemici silenzi sulla Palestina. Singolare».
Poi ancora una bordata ai cronisti: «Vorrei ricordare a giornaliste/i in busta paga della mafia sionista o che obbediscono al "Parla sempre bene di Israele mentre i palestinesi se proprio devi menzionarli, sono terroristi", che i vostri silenzi stanno tutelando i nazisti e costando la vita a tanti esseri umani». E ancora: «Secondo i sionisti difendere il diritto ad autodeterminarsi dei palestinesi (semiti) che da 74 anni è massacrato dai nazisti della colonia illegale d'insediamento israeliana che chiamate "Israele" è istigazione all'odio».
Inoltre, nella descrizione del suo profilo Twitter si legge: «Sionismo = Mafia, Genocidio, Pulizia Etnica, Occupazione, Colonialismo, Apartheid, Razzismo, Fascismo, Suprematismo». In generale, i tweet di Chef Rubio sono pieni di critiche allo Stato di Israele. Sono sempre di ieri, invece, i «cinguettii» per cui «il genocidio dei palestinesi continua inesorabile nonostante le denunce di Liliana Segre. Palestina libera». In un altro, accusa la Treccani di essere «schifosamente sionista».
il braccio di liliana segre con il numero tatuato dai nazisti ad auschwitz liliana segre alberto belli paci liliana segre con il figlio alberto belli paci ragazzino LILIANA SEGRE PRESIEDE IL SENATO