Estratto dell’articolo di Antonio Massari e Davide Milosa per “il Fatto quotidiano”
I primi di settembre di un anno fa il gruppo al completo di via Pattari scende a Roma. Motivo: presenziare a un incontro di grande rilievo e che, secondo chi in quel giorno sta indagando, può mettere in pericolo la sicurezza del Paese.
L’informazione acquisita dagli inquirenti risulterà strategica per comprendere le dinamiche della presunta squadretta di spioni coordinata dall’ex poliziotto Carmine Gallo e dal presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali.
SAMUELE CALAMUCCI E VINCENZO DE MARZIO
La programmazione del viaggio, i luoghi degli appuntamenti e le persone da incontrare vengono intercettati dai carabinieri di Varese. Tra questi, per quel che risulta, soggetti dall’alto profilo istituzionale in grado di veicolare informazioni riservate rispetto anche alle indagini in corso della Procura di Milano.
È il 5 settembre 2023 quando gli investigatori protocollano una informativa riservata e la girano immediatamente al pm Francesco De Tommasi, il quale in via di estrema urgenza firma un decreto di intercettazione anche telematica a carico del gruppo che si sta preparando a scendere verso la Capitale.
SAMUELE CALAMUCCI DAVANTI AL PC CONTA UNA MAZZETTA DI SOLDI
Insomma, la vicenda è talmente grave che la Procura si muove subito. Sono le 15 quando la richiesta viene firmata dal pm. Il documento agli atti dell’indagine della Procura di Milano sul gruppo di spioni illumina i motivi di quel viaggio improvviso e urgente. E lo fa, pur omissando la sintesi della nota dei carabinieri da cui parte questa storia. Nella propria richiesta al pm, però, la polizia giudiziaria spiega come “risulti necessario (…) svolgere mirata attività d’intercettazione telefonica, telematica e ambientale di Samuele Calamucci, Carmine Gallo (omissis) e delle persone a loro collegate”.
E questo […] “per accertare possibili reati connessi” e soprattutto “accertare la destinazione delle notizie riservate di particolare importanza sotto il profilo della sicurezza nazionale”.
ENRICO PAZZALI ATTILIO FONTANA
Ed ecco il dato che rende questa vicenda inquietante. Secondo la Procura l’imminente trasferta romana del gruppo di via Pattari può mettere in pericolo la stessa sicurezza nazionale. Un passaggio non di poco conto visto anche […] che “in ordine alla necessità della attività di ascolto di conversazione tra presenti giova ricordare che si tratta, in ragione dei grossi interessi economici in gioco, di un contesto criminoso caratterizzato da omertà e timore”.
SAMUELE CALAMUCCI CONTA I SOLDI CHE DICE DI AVER RICEVUTO DA LEONARDO MARIA DEL VECCHIO
E se la reale portata della vicenda resta nascosta dietro a pagine nere a conferma della rilevanza anche istituzionale, i motivi in parte vengono spiegati nel decreto urgente.
Qui, infatti, i carabinieri specificano che durante la trasferta romana “è altamente probabile che possano essere concretamente registrate comunicazioni utili alle indagini visto la ragione del viaggio a Roma di Calamucci e dei suoi sodali”.
Solo in questo modo, e cioè con le intercettazioni “sarà possibile delineare la rete associativa in cui si colloca l’attività illecita in essere”. Viene poi ribadito che “si versa in caso di urgenza” per “poter definire con precisione orario e luogo in cui avverrà l’incontro (omissis)”. Non solo.
Le intercettazioni concesse, come prevede la normativa antimafia, saranno effettuate anche in dimore private.
carmine gallo samuele calamucci
I rapporti del gruppo di via Pattari (oggi omissati) con soggetti istituzionali a Roma saranno decisivi per comprendere appieno la portata “eversiva” della banda degli spioni. Del resto già qualche mese prima, l’11 maggio, il gruppo si muove verso la Capitale.
Il motivo sono le pressanti esigenze tecniche e informatiche dell’imprenditore Lorenzo Sbraccia che ha, secondo i pm, un contratto in essere con la società Equalize. In quella giornata però non c’è solo l’appuntamento con Sbraccia, ma soprattutto un incontro in Parlamento.
Ne parla Calamucci con Carmine Gallo: “Sarà a casa di Sbraccia, la sede”. Gallo: “Tu chi ti vorresti portare?”. Calamucci fa capire l’importanza della trasferta: “È una cosa grave, loro tre devono venire”. Ovvero gli uomini dei software, Samuele Abbadessa, Mattia Coffetti e Giulio Cornelli detto John. Per questo Cornelli avvisa Abbadessa: “Ascolta domani dobbiamo andare tutti a Roma!”.
Al che, scrivono i carabinieri: “Abbadessa vorrebbe più dettagli ma visto che sono al telefono Cornelli taglia corto”. E dice: “Poi vieni qua e ti spiego!”. I quattro di via Pattari partono per Roma alle 6:15 dalla Stazione Centrale di Milano e rientrano lo stesso giorno con un treno Italo delle 15:40. Non tutti andranno a casa di Sbraccia.
Cornelli, alias John prenderà un’altra destinazione: Montecitorio. Lo spiega Calamucci all’amico Massimiliano Camponovo, anche lui coinvolto nell’indagine rispetto alle attività di hackeraggio: “Poi scendiamo e John deve andare con un’altra persona”. I carabinieri annotano: “Camponovo sembra capire”.
Ed esclama: “Ah ah”. Al che Calamucci: “Bisogna combinare tutto lì insomma”. La conferma della visita a Montecitorio la spiega direttamente Cornelli all’amico Alessandro Bisi che il pomeriggio del 10 maggio risponde al telefono: “Giulio, dimmi sono appena salito in macchina”. Cornelli: “Eh, io sto tornando ché domani devo andare a Roma in Parlamento”.
Bisi scherza ma forse non troppo: “Ti arrestano”. Al che John Cornelli: “Che palle c’ho il treno alle sei di mattino”. Bisi incuriosito: “Parlamento?”. L’altro glissa: “E poi ti dico”. Il resto è nero, pagina dopo pagina, omissis dopo omissis.
NUNZIO SAMUELE CALAMUCCI CON CARMINE GALLO E I 'RAGAZZI' AL LAVORO AL QUARTIER GENERALE DI EQUALIZE marco malerba giuliano schiano giulio cornelli samuele calamucci massimiliano camponovo carmine gallo enrico pazzali