Jacopo Iacoboni per "la Stampa"
«Putin ha vinto, ha dimostrato che non voleva attaccare e ora otterrà concessioni». No, «Biden ha vinto, ha costretto Putin a non attaccare». Nella information war e nello scontro di propagande in atto, la cosa più utile è invece mettere in fila alcuni fatti.
Le guerre non sono più come dieci anni fa, e neanche il loro racconto: esiste una mole vastissima di materiale video, foto geolocalizzate, immagini satellitari, fonti osint (acronimo di open source intelligence), materiali scovati da una comunità collaborativa di ricercatori, reporter, fotografi, videomaker, blogger, e vagliati in modo indipendente e con sempre più esperienze e capacità diffuse, usando software che sono a disposizione di tutti. Senza aspettare i governi, o gli spin delle agenzie di intelligence.
Grazie una vasta collazione di ricerche, La Stampa è in grado di fissare che il ritiro non c'è, al momento. Ancora per tutta la giornata di ieri, tutte le fonti osint erano concordi: ci sono movimenti russi, ma verso il confine ucraino, non all'indietro. Rob Lee, uno degli analisti osint più apprezzati e conosciuti su questa materia, ha pubblicato il video della Difesa russa: «Il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha affermato che le truppe del distretto militare meridionale e occidentale hanno completato l'esercitazione e torneranno alle loro basi permanenti.
Il video mostra il caricamento di T-72B3, 2S1, BTR-82A e BMP-3 sui treni». Ma il materiale è stato immediatamente geolocalizzato da un altro ricercatore, Tom Bullock, grazie ai cartelli stradali: «Questo pezzo di filmato mostra l'opposto di ciò che la Russia sostiene stia accadendo. I T-72B3M si stanno spostando da Otreshkovo e dalla sua stazione ferroviaria, al campo di addestramento di Postyalye Dvory non lontano dal campo lì».
Il giornale Izvestia aveva riferito che unità della 3a divisione di artiglieria russa del distretto militare occidentale e della 42a e 150a divisione del distretto militare meridionale stavano tornando alle loro basi permanenti. Video diffusi dalla tv di stato Zvezda mostravano truppe e materiale russi che attraversavano il ponte di Crimea, tornando alle loro basi: si trattava del 291° reggimento MT-LBM6MB della 42a divisione, e carri armati T-72B con schermi sul tetto e obici 2S1 Gvozdika. Ma, osserva Rob Lee, «il 3° e il 150° hanno sede proprio vicino all'Ucraina».
Quindi il rientro alla base significa stare ancora più vicini alla posizione di possibile attacco. Martedì RT ha diffuso video di presunte truppe che si allontanavano dal confine. Ma quelle truppe sono state geolocalizzate: ed erano altrove, alla stazione ferroviaria di Bakhchisaray, in Crimea (a 180 km dall'Ucraina continentale). Insomma, la Russia ci forniva filmati di truppe che non erano, fin da principio, vicine al confine con l'Ucraina. Ci venivano vendute mele come pere.
E lo stesso avviene negli oblast di Kursk e Belgorod. In più, almeno trenta elicotteri sono stati filmati mentre si spostavano verso il confine. Carri armati sono stati geolocalizzati a Veselaya Lopan e Karaichnoe (città a 25 chilometri dal confine con l'Ucraina). Una grande quantità di convogli militari è stata osservata in movimento verso sud sull'autostrada M4, nell'oblast di Rostov, in direzione della Crimea. Possiamo credere ai propagandisti del Cremlino, ma nella guerra contemporanea possiamo anche credere ai nostri stessi occhi, e ad alcuni semplici software che oggi possiamo usare tutti.
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