Ivan Fossati Niccolò Zancan per “la Stampa”
LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI
Chi doveva vigilare sulla manutenzione della funivia? Chi doveva controllare l' usura delle funi e lo stato di conservazione della cosiddetta testa fusa? Perché gli interventi per riparare il sistema dei freni d' emergenza non erano serviti? L' inchiesta per la strage del Mottarone, costata la vita a quattordici passeggeri, da ieri ha fatto un salto di livello: da tre a dodici indagati.
La notifica è arrivata con la richiesta di incidente probatorio accolta dal giudice per le indagini preliminari, cioè con quell' atto irripetibile che durerà mesi in cui tutti i periti, quello nominato dal giudice e quelli di parte, cercheranno di stabilire esattamente cosa è successo sull' impianto chiamato negli atti FNB (AB20), il secondo troncone della funivia che parte dalla stazione dell' Alpino e arriva al Mottarone a 1385 metri di altitudine.
Non sono più soltanto i nomi fin qui conosciuti, e cioè il caposervizio Gabriele Tadini, il direttore d' esercizio Enrico Perocchio e il gestore Luigi Nerini.
i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf
Si aggiungono tecnici e dirigenti della Leitner di Vipiteno, società leader degli impianti a fune che doveva garantire la manutenzione. Sono stati iscritti nel registro degli indagati anche Anton Seeber e Martin Leitner, rispettivamente presidente del Cda e consigliere delegato della società. Gli ultimi lavori di ammodernamento dell' impianto furono eseguito proprio dalla Leitner nel 2016. Da allora, il gestore Luigi Nerini pagava un canone annuale da 130 mila euro sempre alla Leitner per la manutenzione.
Fra i lavori più delicati, c' è quello della realizzazione e del controllo della testa fusa: quel punto in cui la fune traente si aggancia alla cabina. Secondo la procura di Verbania, lo strappo potrebbe essere avvenuto proprio lì. È il punto critico di ogni impianto di risalita. Tanto che deve essere controllato sovente. Ecco perché fra i nuovi indagati c' è il dipendente di Leitner Rino Fanetti, proprio colui che realizzò la testa fusa nel 2016.
i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 1
Un lavoro che va rifatto ogni cinque anni, doveva essere eseguito nuovamente a novembre. Ma la fune traente si è spezzata. Ed è proprio su quella fune e sulla carcassa della cabina numero 3 che si concentreranno le attenzioni dei periti, incaricati nell' incidente probatorio che dovrebbe incominciare l' 8 luglio.
La Leitner ha scritto un comunicato stampa: «Nella ferma consapevolezza, che trova riscontro nell' ampia documentazione a disposizione della magistratura, di aver effettuato l'attività di manutenzione e i relativi controlli nel pieno rispetto del contratto e delle norme vigenti in materia, ribadiamo ancora una volta la nostra massima disponibilità a collaborare con gli organi inquirenti, anche con l' ausilio di periti che andremo a individuare tra riconosciute figure professionali nell' ambito funiviario per contribuire a far quanto prima chiarezza».
i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 2
Tutte le persone che hanno avuto a che fare con quell' impianto sono state iscritte nel registro degli indagati anche a loro tutela, cioè per poter partecipare agli accertamenti irripetibili che verranno fatti. Uno di questi è Federico Samonini, titolare Scf Monterosa, a cui spettava il controllo visivo della testa fusa: «Sì, era compito mio. La testa fusa della cabina precipitata era da cambiare il prossimo novembre. Sono già stato sentito dai carabinieri, qualche settimana fa. In piena trasparenza e collaborazione ho riportato tutto quello che ho fatto per l' impianto che da Stresa sale al Mottarone. Ho fornito tutta la documentazione. Penso che la mia iscrizione nel registro degli indagati sia un atto dovuto».
Forse le perizie tecniche verranno fatte nel bosco, oppure in un capannone in cui verrà trasportato tutto il materiale. Lo deciderà il gip dopo aver ascoltato i periti. Non è facile trasportare la cabina numero 3 finita ai margini del bosco.
Ma quello che si capisce è che le attenzioni, adesso, sono tutte rivolte al motivo che ha originato la tragedia: perché la fune traente ha ceduto?
Il resto della storia è noto: il capo servizio Tadini aveva dato ordine di lasciare inseriti i forchettoni che bloccavano i freni d' emergenza. Lo aveva fatto perché l' impianto continuava a essere difettoso, nonostante due interventi eseguiti dai tecnici della Rvs di Torino. Anche il tecnico Davide Marchetto, chiamato proprio per quegli interventi, il primo il 4 febbraio e il secondo il 30 aprile, è stato iscritto nel registro degli indagati.
Già interrogato dalla procuratrice Olimpia Bossi, aveva spiegato la riparazione sulla cabina numero 3: «Era un problema relativo alla pompa della centralina del freno. In pratica un malfunzionamento determinava che il freno rimanesse chiuso bloccando la funivia. La pompa andava sostituita e così abbiamo fatto, la cabina ha ripreso a circolare regolarmente». Era febbraio. Ma a maggio lo stesso problema si è ripresentato. Da cosa dipendeva quell' anomalia?
INCIDENTE FUNIVIA STRESA MOTTARONE