Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"
Forse non è un caso che la lettera di Benedetto XVI in risposta alle accuse del rapporto di Monaco sugli abusi sia arrivata, per evitare polemiche o sospetti di interferenze, soltanto dopo la conclusione dell'assemblea «sinodale» della Chiesa tedesca, sabato. Di certo, in Germania, lo scandalo degli abusi nella diocesi bavarese - con relative contestazioni a Ratzinger per il periodo in cui era arcivescovo, dal '77 all'82 - si accompagna alla spinta riformatrice della Chiesa tedesca.
Era stato lo stesso cardinale Reinhard Marx, attuale arcivescovo di Monaco, a parlare delle «cause sistemiche» alla base di silenzi e coperture sugli abusi e invocare la «sfida» di una «necessaria riforma della Chiesa negli atteggiamenti e nelle strutture». Così il «cammino sinodale» della Chiesa tedesca ha approvato a larga maggioranza un documento nel quale tra l'altro si chiede la possibilità di ordinare diaconi donne e, pur esprimendo «apprezzamento» per «il valore del celibato sacerdotale», si propone di chiedere al Papa un «ripensamento» del celibato obbligatorio, come aveva già osservato Marx: «Per alcuni preti, sarebbe meglio se fossero sposati».
Faccenda delicata, perché nel frattempo papa Francesco ha convocato un Sinodo mondiale già iniziato in tutte le diocesi del pianeta e che si riunirà in Vaticano nel 2023. Il presidente dei vescovi tedeschi, Georg Bätzing, ha annunciato all'assemblea che Francesco ha accolto la proposta di creare un «gruppo di lavoro misto» tra le presidenze del sinodo tedesco e di quello mondiale «per confrontarci e informarci sui cammini».
Dopo il sinodo sull'Amazzonia, scandito da polemiche tra la parte più progressista e quella più conservatrice, il Papa non aveva risposto alla richiesta di ordinazione dei preti sposati, «non ho sentito che ora lo Spirito Santo stesse lavorando a questo», trovare un punto di equilibrio è assai difficile. Ma è in questo clima che, in Germania, la lettera di Ratzinger è stata accolta per lo più dalle critiche o dal gelo di giornali e tv e dal silenzio dei vescovi. Tra le rare eccezioni, il vescovo Franz-Josef Overbeck di Essen: «Temo che la dichiarazione possa aiutare poco le persone colpite».
Il cardinale Marx si è limitato a dire: «Accolgo con favore il fatto che il mio predecessore nell'ufficio di arcivescovo di Monaco e Frisinga, il papa emerito Benedetto XVI, abbia commentato la pubblicazione della perizia in una lettera personale». L'arcivescovo Georg Gänswein, segretario personale di Ratzinger, aveva parlato al Corriere «di una corrente che vuole distruggerne la persona e l'operato».
papa francesco bergoglio e monsignor gaenswein
Ieri ha raccontato al Tg1 che «è arrivata a Benedetto XVI una bellissima lettera di papa Francesco, una lettera in cui parla da pastore, da confratello e anche da persona che di nuovo ha espresso la sua piena fiducia, il suo pieno sostegno e anche la sua preghiera». Benedetto XVI, quando decise la rinuncia, promise subito «obbedienza» al successore. Prima di renderla pubblica, filtra dal Vaticano, il Papa emerito ha inviato il testo a Francesco perché lo leggesse.
benedetto xvi ratzinger e georg gaenswein 3
Nell'udienza di ieri, mentre parlava del senso del morire, il Pontefice ha citato a braccio la lettera: «Papa Benedetto diceva, alcuni giorni fa, parlando di se stesso, che "è davanti alla porta oscura della morte". È bello ringraziare il papa Benedetto che a 95 anni ha la lucidità di dirci questo: "Io sono davanti all'oscurità della morte, alla porta oscura della morte". Un bel consiglio che ci ha dato».