Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”
Joseph Ratzinger è stato a capo della Dottrina della Fede dal 25 novembre 1981 al 2 aprile 2005. In questo lasso di tempo il dicastero da lui presieduto, che è anche "supremo tribunale", ha comminato una sola scomunica, al teologo cingalese Tissa Balasuriya: negava il dogma dell' Immacolata Concezione.
Chi all' epoca lavorava con Ratzinger ricorda le 13 "ammonizioni" ricevute da padre Tissa (il diritto canonico ne prevede due) contro le ardite tesi contenute nel suo saggio Mary and the Human Liberation. La pena fu inflitta l'8 dicembre 1997 e fu tolta dallo stesso Ratzinger il 15 gennaio 1998, quando padre Zago, allora superiore generale del religioso, lo accompagnò dal cardinale per un colloquio chiarificatore.
benedetto xvi riceve francesco
Ma i tempi cambiano e negli otto anni di una Chiesa in uscita, dispensatrice di misericordia anche per coloro che rompono un matrimonio e abbandonano moglie e figli, come ha detto il Papa alla Rota Romana, le scomuniche inflitte dalla Dottrina della Fede sono diventate molte. Attualmente, la cupola di questa strana "sezione disciplinare della Dottrina della Fede" (che leggi procedurali applica? Perché gli atti sono sempre segreti?
Quanto spazio è dato alla difesa? Come vengono scelti i giudici?) è presieduta dal cardinale gesuita Ladaria Ferrer e dal vescovo Giacomo Morandi: famosi per aver stabilito che anche le accuse prodotte in anonimato vanno considerate valide.
i nuovi cardinali incontrano ratzinger 1
Se poi in queste vi è la minima traccia di vicende sessuali, la competenza passa al vescovo maltese Scicluna che nel settore è legislatore, inquisitore e pure giudice. Il risultato è una caterva di scomuniche come e peggio che nel XVI secolo, distribuite dopo "processi" inappellabili molto simili a esecuzioni sommarie. Nel Vangelo è scritto che tra i dannati ci sarà «pianto e stridore di denti». Forse dovrebbe valere per l' aldilà, non per l' aldiquà.