Massimo Gramellini per corriere.it
Leggo di Margaret Spada, morta durante un intervento di chirurgia estetica al naso in un ambulatorio privato, e a colpirmi è anche un particolare: aveva scelto il suo chirurgo su TikTok. Appartengo a una generazione che considera i social un passatempo e non si fiderebbe mai di un chirurgo che si fa pubblicità lì sopra, senza però pensare che molti miei coetanei si sono fidati di venditrici d’alghe e tappeti vari, all’epoca in cui comandava la tv.
Per una ragazza di ventidue anni (l’età di Margaret), scrollare le inserzioni di TikTok equivale a leggere gli atti di un convegno o ascoltare il parere del medico di fiducia, ammesso che ne abbia uno e soprattutto che ne abbia fiducia. TikTok le sembra almeno altrettanto affidabile, ma decisamente più moderno, nel senso di più comodo e rapido. Sta lì, in tasca, dentro lo smartphone. Uno guarda la finestrella pubblicitaria che si è aperta su suggerimento dell’algoritmo (evidentemente Margaret faceva spesso ricerche sul naso). Se gli piace, entra e compra. Altrimenti scrolla e passa alla finestrella successiva.
Noi antichi predigitali coltiviamo ancora il sano pregiudizio che un medico scovato sui social non offra le stesse garanzie di quello suggeritoci da una rivista scientifica o da un esperto in carne e ossa. Ma lo spirito del tempo dice che gli esperti non esistono e, se esistono, sono prezzolati dalle élite. In queste ore, molti sinceri democratici stanno scappando dalla X del brutto e cattivo Musk. Mi chiedo: per andare dove?
PORTA DELLA CLINICA PRIVATA DOVE E STATA OPERATA MARGARET SPADA MARGARET SPADA