CHIUSE LE INDAGINI SULLA STRAGE DEI TRENI FRA ANDRIA E CORATO: CI SONO 19 INDAGATI - LO SCONTRO È QUELLO DEL 12 LUGLIO DEL 2016 CHE COSTÒ LA VITA A 23 PERSONE MENTRE ALTRE 50 RIMASERO FERITE - SOTTO INCHIESTA ANCHE IL DG DEL MINISTERO DEI TRASPORTI E I VERTICI DI FERROTRAMVIARIA

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SCONTRO DI DUE TRENI IN PUGLIA SCONTRO DI DUE TRENI IN PUGLIA

Lisa Forte per www.lastampa.it

 

L’inchiesta sullo scontro dei treni che il 12 luglio del 2016 costò la vita a 23 persone mentre altre 50 rimasero ferite si chiude con 19 indagati. Tra i presunti colpevoli ci sono anche il direttore generale del ministero delle Infrastrutture Virginio Di Giambattista e la dirigente Elena Molinaro. Stamattina è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a 19 persone residenti in Puglia e nel Lazio. 

 

Il dg DiGiambattista è accusato di non aver adottato “provvedimenti urgenti necessari a eliminare il blocco telefonico e a introdurre il sistema di controllo automatico della circolazione dei treni”. Il 12 luglio del 2016 sulla tratta tra Andria e Corato, secondo la Procura di Trani, lo scontro avvenne a causa “dell’imperizia dei capistazione Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, del capotreno Nicola Lorizzo e del dirigente del movimento Francesco Pistolato”.

 

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Ai vertici di Ferrotramviaria è invece contestato di non aver speso i fondi destinati alla sicurezza: avrebbero risparmiato 664mila euro sui lavori per l’installazione del “blocco conta assi” con cui - probabilmente- si sarebbe potuta evitare la tragedia.

Le accuse firmate dal procuratore Antonino Di Maio e dai sostituti Michele Ruggiero, Alessandro Donato Pesce e Marcello Catalano riguardano, a vario titolo, i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose. 

 

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Tra i destinatari dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari ci sono anche i dirigenti di Ferrotramviaria il conte Enrico Maria Pasquini, sua sorella Gloria, il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi.

 

Secondo i pm sono accusati di “non aver lavorato a sufficienza nella prevenzione dell’incidente, avrebbero ignorato le direttive sulla sicurezza del lavoro, le circolari ministeriali sull’aggiornamento tecnologico delle ferrovie e gli obblighi del contratto di servizio con la Regione Puglia”. 

 

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Per l’accusa i dirigenti di Ferrotramviaria avrebbero anche nascosto al ministero “i 20 incidenti che sarebbero stati sfiorati sulla linea tra il 2012 e il 2016 a causa della insufficiente copertura della rete di telefonia mobile lungo la tratta Andria-Corato e quindi delle conseguenziali difficoltà di comunicazione tra personale di terra e personale di bordo”.

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